| |
In questa
pagina metto alcune mie riflessioni sugli argomenti che mi interessano,
che mi stanno al cuore, in poche parole, come la penso...
Se
vuoi, mi farebbe piacere sapere come la pensi tu, dopo aver
conosciuto il mio pensiero.
Qui sotto troverai
i pensieri che toccano gli avvenimenti "storici" ma anche
attuali....
la maggior
parte dei testi, per adesso, è nata quando ero parroco nelle
Parrocchie della Diocesi di Pisa, per questo motivo alcuni
riferimenti sono legati a quelle realtà... ma sono convinto che possono
toccare le realtà dovunque situate...
La
forma di questi scritti spesso somiglia una lettera che ho scritto a un
mio amico.
Tutti
questi testi si trovano in un libretto che ho scritto tempo fa con un
titolo
"ADVERSUS
HAERESES MODERNE"
Questi
testi Ti possono sembrare abbastanza lunghi... ma sono certo che non si
può trattare delle cose grandi e serie con poche frasi. Queste cose
grandi e importanti devono essere spiegate per bene se no, non si
capiscono oppure si capiscono male, senza intendere e poi perdono la
serietà...
BUONA
LETTURA!
|
|
|
... ecco come la
penso io....
|
|
1.
FERMATEVI!
NON
SERVONO LE DECISIONI MORALISTICHE
CI
VUOLE IL RITORNO ALLA SERIETA’ !!!
Cerco di seguire i fatti con le quali vive la Nazione
quotidianamente. Alcuni mi turbano, altri mi fanno gioire, altri mi
lasciano l’indifferente… da ieri sera lottavo con me stesso –
“scrivere o non scrivere” mi prudeva la mano e la coscienza… I fatti
dello stadio di Catania sicuramente hanno scosso tutti… lo spero… ma
c’era contemporaneamente anche un fatto sicuramente non tanto clamoroso,
ma in qualche modo legato a questo di Catania… A Calcinaia il prete ha
negato il Battesimo a un figlio della coppia convenente. Combattevo con me
stesso se scrivere o no…? E se scrivere quale argomento toccare, tuonare
contro gli assassini di Catania o difendere la posizione di don Roberto?.
Alla fine ho deciso di pregare e lasciar’perdere… Dopo pranzo, andando
però al bar per un caffè, ho incrociato un amico che, conoscendo le mie
idee mi ha detto:” mi vergogno di essere un Italiano, perché siamo un
branco degli ipocriti…” Qui
non sono d’accordo, perché non si può generalizzare…In Italia esiste
tanta gente intelligente e brava, ma dato che, anche al mio modesto
parere, alla base di tutti i sbagli c’e la ignoranza e la ipocrisia, che
davvero non manca da nessuna parte, ho deciso, scrivo!
Sicuramente si
potrebbe fare due articoli toccando i due argomenti separatamente… io
tenterò, rispolverando un mio articolo di qualche anno fa per fare una
riflessione e aiutare a riflettere. Qualche anno fa a Pisa dopo una
partita è stato accoltellato un ragazzo. Lo scalpore e sdegno erano
giustificati. Si moltiplicavano le invenzioni cosa fare, per impedire in
futuro i fatti di questo genere. Pareva che tutti sapessero cosa fare… e
… non hanno fatto niente o almeno, la dove dovrebbe essere fatto
qualcosa, al mio modesto parere, le cose sono peggiorate, e la ipocrisia
regna.
Ho scritto in
quel momento un articolo che ho pubblicato nel giornalino parrocchiale.
Adesso con una piccola correzione lo ripropongo sperando, / e la speranza
come mi insegnate, deve morire l’ultima/ che serva a qualcosa…
Caro
Mario, o in qualsiasi modo Ti chiami…
All’inizio
voglio giustificare questa mia lettera. L’ultima nostra chiacchierata,
è finita senza nessuna conclusione. Riflettendoci sopra ho capito che non
si può né
generalizzare, né condannare tutto. Mi riferisco ai fatti successi allo
stadio di Pisa e dopo in città. Sono anche preoccupato per le soluzioni
che mi hai suggerito. Non si può controllare tutto e tutti allo stesso
momento. E non si può esigere che tutti guardassero le partite solo alla
televisione, perché esiste qualcuno che non sa comportarsi allo stadio e
in città. Mi sento di esprimere in questo momento un profondo cordoglio
alla famiglia del poliziotto di Catania, invito tutti a pregare per la
salvezza della sua anima.
Voglio
precisare subito che il mio articolo non dovrebbe essere capito come una
polemica, e chi io leggerà fino in fondo lo capirà senz’altro.
A
proposito della Tua affermazione; “La violenza nasce dall’Italia
ignorante “… qualche tempo fa ho visto alla televisione un programma
con un famoso cantautore Russo, ormai scomparso Bulat Okudzdzawa, durante
il quale, gli è stata fatta
una domanda: “Cosa ne pensa sui popoli? (Giorgiano di nascita e Russo di
cittadinanza). Quale dei due popoli è migliore?… e quale le sta più
nel cuore? La sua risposta è stata splendida. Ha risposto così; “ Per
me non esistono le nazioni buone e cattive, ma esistono dappertutto le
persone buone e cattive”...
Io
sono convinto che la stessa affermazione dovrebbe essere fatta a proposito
dell’ignoranza che troviamo in qualsiasi nazione e in tutti posti.
Da
qui parto con la mia considerazione dei fatti, dal punto di vista di un
Sacerdote. Proviamo a riflettere sul fatto del “moralismo che avanza
quando mancano le idee e c’è paura”. Da una parte hai
ragione, agire con “moralismo” dopo alcuni fatti clamorosi non dà dei
risultati desiderati, perché bisognerebbe, - e qui arriva l’altra pane
della verità - insegnare le regole della vita morale, come una
prevenzione per qualsiasi occasione. Non si può esigere un comportamento
corretto e civile da qualcuno, che non ha ricevuto una giusta dose
dell’insegnamento così teorico come pratico. Non ha mai ricevuto gli
esempi pratici, da imitare. E qui voglio entrare nel merito di questa mia
lettera. Credo di non svelare nessun segreto dicendo che tante persone mi
considerano come “prete troppo rigido” e io so, che mi sono guadagnato
questo aggettivo, con il modo con il quale affronto certe situazioni. Per
esempio sostenendo che; “chi non frequenta la S. Messa domenicale non
crede in Dio”, e che; “la domenica serve per il riposo e per la
preghiera, e chi lavora la domenica (salvo i servizi sociali, - gli
ospedali, l'Enel, i servizi pullman, treno ecc.. ) fa peccato”. Si!, né sono
consapevole! Non voglio approfondire qui questo problema, ma desidero
toccarlo solo appena per dire che la Grandezza, la Serietà e la Santità
della CAUSA che rappresento come Sacerdote richiede da me quella serietà,
che voglio dare da parte mia, e devo esigere da chi è stato affidato alla
mia cura pastorale. La serietà che dovrebbe essere capita, come il
principio della credibilità del Vangelo che devo annunciare.
La
mancanza della serietà, dovunque sia è l’inizio della superficialità
e dei problemi. E’ inutile cercare altrove anche le cause della crisi
della Chiesa. Cara Signore Serena di Calcinaia; è vero che Gesù ha
detto; ”lasciate che i bambini vengano a me”… ma ha detto anche;
“guai a chi scandalizza questi piccoli” e far vivere i bambini nello
scandalo della disobbedienza verso Dio e verso l’insegnamento della
Chiesa, non è da sottovalutare. A
questo proposito si possono moltiplicare gli esempi. Qui vorrei, -
ritornando al mio tema, soffermarmi per un attimo sul problema
del Catechismo, unica fonte dell’insegnamento del comportamento
corretto! L’insegnamento del Catechismo è una delle principali
sofferenze delle Parrocchie.
Nella
maggioranza delle nostre Parrocchie abbiamo delle strutture direi ideali
per qualsiasi attività di questo genere. Abbiamo i gruppi dei Catechisti
abbastanza numerosi, è una cosa molto bella, con un straordinario senso
della dedizione all’insegnamento del Catechismo ai bambini e ai ragazzi.
Gratis! L’insegnamento del Catechismo invece “zoppica”, fortemente
zoppica!
E
quali sono le cause?...
La
causa principale è la superficialità religiosa di alcuni genitori.
Alcuni, perché anche qui, non si può generalizzare. Perché comincio dai
genitori?. Perché loro sono la principale “causa” della presenza dei
loro figli sulla terra... perché, loro, hanno dato la vita a questi
bambini, e mentre si preparavano a dar loro la vita, così quella fisica
come quella spirituale, cristiana, hanno giurato davanti
a Dio in primo luogo, davanti alla Chiesa in secondo luogo, e anche
davanti a loro stessi,
di impegnarsi in prima persona nella trasmissione della vita cristiana
corretta - (leggi -secondo insegnamento della Chiesa), ai loro figli!
Dal rito del
Matrimonio;
Siete disposti
ad accogliere responsabilmente e con amore i figli che Dio vorrà donarvi,
e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?
Gli
sposi rispondono; SI.
Dal rito del
Battesimo...
Cari genitori,
chiedendo il Battesimo per i vostri figli, voi vi impegnate a educarli
nella fede, perché, nell’osservanza dei comandamenti, imparino ad amare
Dio e il prossimo, come Cristo ci ha Insegnato. Siete consapevoli di
questa responsabilità?
I
genitori rispondono; SI!
Come abbiamo notato si parla della responsabilità!
Invece cosa
possiamo pensare della responsabilità dei Genitori Cristiani, quando i
bambini che cominciano il Catechismo, tante volte non sanno fare neanche
il segno della Croce, e figuriamoci qualche preghiera?!
E perché dovrebbero sapere... se i bambini non vedono mai i genitori
che pregano?!…
Non hanno il
tempo, devono fare tante altre cose...
Tante volte è
capitato che, se il sacerdote o i catechisti non avessero chiesto di
cominciare a mandare i bambini al Catechismo i genitori non gli avrebbero
mandati per niente… - una “rottura di scatole meno per i genitori
cristiani”…
Ringraziando il
Signore, prendendo delle informazioni dallo Stato d’Anime o grazie alla
collaborazione di alcune maestre delle scuole elementari, al momento
giusto la Parrocchia si fa viva e ricorda ai genitori cristiani i loro
obblighi cristiani, che hanno assunto liberamente verso i loro figli.
Ma c’è un
altro fattore che spesso e volentieri si presenta nello stesso momento;…
le varie associazioni sportive. E qui comincia una serie di problemi seri.
Premetto che
sono d’accortissimo, ed è ovvio, che lo sport, ma preferirei dire la
ginnastica, per i bambini è una cosa molto importante, per tutti i
fattori legati al corretto sviluppo del corpo. Ma non può diventare lo
sport, di qualsiasi genere, la più importante cosa della vita di un
bambino tanto meno più importante del Catechismo!!!
Lasciando a parte la scuola
d’obbligo (le ragioni ovvie) il Catechismo, per tutti i Cristiani deve
essere la cosa più importante, altrimenti, non sono Cristiani seri!
Siccome non sono né Buddisti, ne Maomettani, l’unica possibilità che
rimane è che sono
atei…. Basta che lo dichiarino apertamente, così si smette una volta
per sempre di prenderci in giro, e come si dice “patti chiari, amicizie
lunghe”!
Il problema che
non riesco a capire è questo: perché ad alcuni genitori che si
professano cristiani, e che si sono impegnati, secondo le suddette
citazioni, bisogna sempre ricordare che non è più importante lo sport
dal Catechismo??? Non lo mettono neanche allo stesso livello con lo sport;
io sarei felicissimo se le mamme cristiane, mi portassero i loro figli al
Catechismo e alla Santa Messa domenicale, con lo stesso fervore e
preoccupazione, con i quali gli portano agli allenamenti o alle partite...
E poi si
meravigliano, perché quel prete non riesce a capire che il figlio ha gli
allenamenti o le partite o le gare varie, e se non c’è lo porta;
“l’allenatore brontola”... Ma con rispetto parlando, la causa che
rappresenta l’allenatore non può essere lontanamente paragonata con
Quella rappresenta da un Sacerdote! Cari genitori cristiani! Solo voi
risponderete, davanti a Dio per le scelte che avete fatto per i vostri
figli, e per l’esempio che avete dato loro. L’esempio, che dovrebbe
essere una testimonianza cristiana della vostra fede in quel Dio, che la
Chiesa insegna: la Chiesa, della quale anche voi fate pane, e avete scelto
liberamente per i vostri figli. Invece si viaggia su questa superficialità
e menefreghismo religioso nelle famiglie così dette “cristiane”, e il
prezzo poi devono pagane i bambini. Si, perché dobbiamo renderci conto
che le cause degli sbagli dei figli siamo noi, noi, per colpa del nostro
permissivismo, perché abbiamo paura di “imporre” a noi stessi prima e
a loro dopo, le regole morali, e giustifichiamo le nostre coscienze nel
nome della falsa tolleranza, rispetto e crescita senza lo stress.
Qui, caro Mario, puoi da
solo tirare le conclusioni. Allo stadio di Pisa, allo stadio di Catania, e
poi in città erano tante vittime. Ci dispiace per le persone che hanno
perso la vita, per vetrine rotte e le auto fracassate, ma anche per tutti
coloro che non hanno nel cuore nessuna regola morale. Perché anche loro
sono le vittime. Le vittime della superficialità religiosa, che andando
allo stadio portano il coltello in tasca e l’odio nel cuore. Non
capiscono cosa vuoi dire divertirsi da tifosi nel totale rispetto per
tutti. Quel rispetto che insegna solo Gesù, quando ci comanda di amare
persino i nostri nemici... e figuriamoci gli avversari nella competizione
sportiva.
Però, quando
ci preoccupiamo tanto per salvare la faccia davanti alla gente che ci
dovrebbe vedere come i Cristiani per bene… quando ci preoccupiamo solo
per le conquiste sportive dei figli e non diamo importanza al fatto che
gli stessi figli prima di tutto dovrebbero imparare ad amare Dio e i
fratelli… dopo gli errori commessi, a nulla servono “ le decisioni
moralistiche”!
San Prospero
04.02.2007
don Antonio Pyznar
|
|
********************************************
|
2.
ATTENZIONE
AGLI INGANNATORI!
A
tutti i pazienti, - utenti
degli Ambulatori della ASL di Navacchio.
Carissimi!
Sono parroco della Parrocchia di San Prospero, sulla
quale territorio si trovano presenti Ambulatori della ASL di Navacchio.
Anche per questo motivo mi sento in dovere assistere spiritualmente, e non
solo, tutte le Istituzioni sul territorio della Parrocchia affidata alla
mia cura pastorale.
Avendo osservato da tanto tempo che davanti l’ingresso del
edificio degli Ambulatori sono spesso presenti i Testimoni di Geova, ho
deciso di scrivere alcune informazioni per persuadere chiunque
eventualmente non sarebbe al corrente, chi esattamente sono queste persone
e cosa vogliono proprio qui.
Ovviamente tutti siamo liberi e responsabili delle nostre scelte,
ma una parola di informazione e conforto da parte del Pastore delle Anime
è assai doverosa e giusta. In primo luogo mi sento in dovere di
sottolineare che noi, tutti Cristiani Cattolici facciamo parte della
Chiesa di Gesù Cristo, con Lui direttamente unita attraverso la
Successione conservata e mai interrotta cominciando dagli Apostoli fino al
Sommo Pontefice attuale Benedetto XVI, successore di Pietro Apostolo, e
Vicario di Gesù in Terra. I Testimoni di Geova invece sono una setta
fondata in America nel 1879. Ecco cosa dice l’Enciclopedia sul loro
conto:
Testimoni
di Geova, nome degli aderenti a una setta religiosa fondata negli U.S.A.
dal Charles Russel nel 1879. Conta circa 1.500 000 proseliti viventi per
la maggioranza
negli USA (in Italia ve ne sono
ca. 5.000, parecchi dei quali emigrati o figli di emigrati). i T.di G.
si sottraggono ai doveri del servizio militare; rifiutano la trasfusione
di sangue (anche per salvare la vita); rifiutano i trapianti
degl’organi, credono nella prossima fine del mondo. Ritengono che dopo
la morte i buoni vivono per 1000 anni in una sorta di paradiso terrestre e
i malvagi dormono il sonno pesante dei trapassati. Trascorsi i mille anni
tutti risorgeranno a nuova vita di eterna giovinezza e di totale
benessere. Non credono nella divinità del Cristo le pratiche del loro
culto sono; il battesimo le preci e i canti in comune.
Carissimi.
Senza
critica oppure le ingiuste accuse, vorrei suggerire a tutti di stare
attenti a non farsi ingannare dalla astuzia, furbizia e insistenza che
usano i Testimoni di Geova verso tutti, ma soprattutto verso le persone
oppure le famiglie nelle difficoltà con la propria identità religiosa.
Sappiamo che può capitare un momento difficile o triste che qualche volta
ci tocca vivere. Ecco perché gli trovate spesso qui, dove tante persone
entrano o escono preoccupate per la salute e non preparate ad affrontare i
discorsi sulla giustizia e sull’amore di Dio. Prima di tutto non vi
mettete mai a discutere con loro, perché sono cresciuti, educati ed
addestrati per tirarvi nei discorsi dai quali vi sentireste sempre nelle
difficoltà di uscire. Sono molto abili per mettere in crisi la vostra
ingenua fede e poi sfruttano il vostro fidarsi al fine di conquistare i
nuovi adepti della loro setta. Dal punto di vista della dottrina, sono i
numerosi sbagli che “insegnano”, per la cattiva e sbagliata
interpretazione della Sacra Scrittura, basta considerare il fatto che
nessuna seria traduzione della Bibbia è stata fatta con la partecipazione
dei Testimoni di Geova. Non fatevi ingannare ne dalle belle parole che
usano ne dalla costanza con la quale bussano nelle vostre porte, o si
presentano vicino a luoghi come questo… Non voglio toccare il fatto
della retribuzione /da loro negata/ per ogni persona che conquistano,
anche loro stessi sono ingannati dai loro capi.
Nel
libro “ Apparenza e realtà dei Testimoni di Geova” autore
Marinelli, edizione. Carrara, scrive;
>>
Il geovismo è nato come società per azioni e tale rimane
oggi: nell’Annuario dei Testimoni di Geova, 1976, pag. 91, si parla di
“adunanza annuale degli azionisti”. Tutto è finalizzato
a vendere e ad accumulare denaro. Si tratta di una colossale struttura
economica e finanziaria da fare invidia e concorrenza ai più grandi
complessi multinazionali, con interessi favolosi <<.
Può capitare che qualcuno vivendo, una crisi di coscienza oppure
crisi dell’identità religiosa, sente un bisogno della ricerca della
verità altrove. Non voglio esagerare, ma sono convinto che una bella
chiacchierata con un giusto confessore potrebbe bastare, altrimenti e
meglio confrontarsi con i Buddisti, in questa filosofia almeno c’è un pò
di serietà filosofica, quella che manca nella setta dei Testimoni di
Geova.
Andando
con i Testimoni di Geova devi;
-
rinunciare a qualsiasi
simbolo della fede, la Croce, il Presepe i Santi,
-
rinunciare alle feste
annuali tipo Natale, Epifania, Pasqua, Corpus Domini,
-
rinunciare al conforto
nella figura materna della Maria Santissima,
-
rinunciare alla Prima
Comunione e Cresima,
-
rinunciare all’incontro
con Dio Misericordioso nella Confessione,
-
rinunciare al conforto
sacramentale nell’unzione degl’Ammalati,
-
rinunciare al funerale e
sepoltura cristiana,
-
e soprattutto rinunciare
alla vita nella felicità eterna con Gesù e la Madonna,
Ne
vale la pena???
Cristo
- Dio ammonisce:
“Guardatevi
dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono i
lupi rapaci” /Mt.
7,15/
S. Paolo
scrive: “Mi raccomando, fratelli, di ben guardarvi da coloro che
provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso:
tenetevi lontano da loro. Costoro infatti non servono Cristo nostro
Signore, ma il proprio ventre e con parlare solenne e lusinghiero
ingannano il cuore dei semplici” /Rom.
16,17/
S. Giovanni,
l’Apostolo dell’amore, afferma: “Se qualcuno viene a voi e non porta
questo insegnamento (ossia non riconosce che Gesù è Dio), non ricevetelo
in casa” /2Gv. 10/
Carissimi.
Ho
scritto queste parole sinceramente preoccupato per la vostra fede, che
può essere minacciata dalla
insistenza di questi fratelli erranti.
State attenti! Ma se a
qualcuno serve un altro appoggio, scaricate pure la responsabilità sulle
mie spalle e non mettetevi neppure ad ascoltare le loro ragioni. Siete
pure autorizzati ad affermare che il vostro parroco vi ha proibito di
parlare con i Testimoni di Geova. Per questo, se fosse sbagliata la mia
posizione e idea, voglio rispondere di persona davanti a Dio, così come
sono obbligato davanti a Dio di insegnarvi la Verità.
Vi
saluto con un affetto paterno, e di cuore vi benedico.
In
fede
San
Prospero – Maggio 2007
don Antonio Pyznar
Il
parroco
P.s.
Chi
desidera sapere di più, ecco la fonte attendibile sull’ Internet:
http://it.wikipedia.org/wiki/Testimoni_di_Geova
|
********************************************
|
3 |
DEDICATO
AI GIOVANI...
Queste
frasi ho letto sulla lettera di San Timoteo nel capitolo 4;
Ti
scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i
morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola,
insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci,
rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno,
infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il
prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo
le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi
alle favole.
Sono le frasi dedicate alle persone come me, che sono state scelte per
annunciare la Parola di Dio e guidare il Suo popolo. E siccome per me è
un forte richiamo… ho deciso di scrivervi.
Ho riflettuto tanto, credetemi, prima di scrivere questa lettera. La
scrivo a tutti i ragazzi che in qualche modo ho guidato dal momento del
mio arrivo a San Prospero e poi a Navacchio, e con i quali ho perso il
contatto non solo visivo… La scrivo anche a quelli che avrei dovuto
guidare in forza del mandato ricevuto e la successione accettata. Sono
consapevole che la mia lettera susciterà diverse emozioni, ma dichiaro
subito, come sempre mi assumo pienamente le mie responsabilità e sono
disposto a qualsiasi discussione sull’argomento e anche ulteriori
chiarimenti. Alcuni di voi hanno frequentato altre parrocchie fino alla
Cresima, allora scrivo a loro come se fossi il parroco che gli ha guidato
fino alla Cresima.
L’idea
primaria di questa lettera è un forte richiamo alla serietà
dell’impegno di fede.
Forse questa lettera aiuterà qualcuno nella decisione, se seguire ancora
la strada nella quale è stato inserito con il battesimo… o assumendosi
le responsabilità per le conseguenze della propria decisione interrompere
lo “stato di presa in giro”.
……………………………………………………………………………..
Caro…
Giovanni o Lucia !
Se dovessi esprimere il sentimento che mi ha spinto di scrivere questa
lettera… ti dichiaro che lo faccio in forza di amore fraterno e anche la
preoccupazione per il tuo progresso spirituale, e in fine la tua salvezza.
Dio esiste! Non voglio giudicare nessuno, è Dio che giudicherà tutti
secondo le Sue regole di misericordia. Il mio dovrebbe essere un
intervento in forza della facoltà del parroco e padre della comunità
nella quale vivi e fai parte. L’insegnamento catechistico che ti ho
fatto con l'aiuto dei catechisti mi dà un altro titolo a fare un
ragionamento sulla tua vita di fede. Mi rivolgo a te richiedendo la tua
attenzione a quello che hai dichiarato facendolo liberamente davanti a me
preparandoti al sacramento della cresima, che tu hai chiamato sacramento
della confermazione. Tu hai confermato la tua appartenenza alla comunità
cristiana ed è anche questo che mi dà il titolo al presente intervento.
Carissimo
La fede non è questione di opinioni ma l'obbedienza alla Parola di Dio
liberamente scelta come il programma di vita, accettazione dei valori che
essa insegna e coerenza di vita secondo questi valori.
In poche
parole, caro… Giovanni o Lucia,
non per giudicarti, ma
siccome spetta a me di insegnarti come anche di verificare la tua risposta
a questo insegnamento, da parte mia io faccio il mio dovere. In primo
luogo l'o fatto, dandoti un insegnamento di base-catechismo, ora come un
padre attento ai bisogni dei figli cerco di notare, anche se da lontano, i
tuoi progressi. Sei ormai Cristiano adulto, hai ricevuto il sacramento
della cresima. Io ho dichiarato davanti al vescovo che tu sei pronto a
diventare un cristiano adulto… noto però con un grande dispiacere la
tua scarsa risposta al messaggio di Cristo. Certo che, come ogni persona,
sei tu responsabile per le scelte della tua vita. Dato però che la fede
non è un fatto personale ma fa parte della chiamata alla vita
comunitaria, in forza della comunione con Cristo e con i fratelli mi
permetto - perché ho questa facoltà- ad un fraterno e benevolo richiamo.
"Infatti come il corpo senza lo spirito è
morto, così anche la fede senza le opere è morta." /Gc.
2, 26 / La fede per esistere deve
essere alimentata con una pratica religiosa di qualsiasi tipo. Non parlo
solo della Messa domenicale ma mi riferisco alla vita sacramentale il
generale.. la pratica religiosa per un cristiano dovrebbe essere una cosa
così normale come respirare l'aria per qualsiasi essere vivente. Se no,
si muore. Mi rivolgo al tuo senso di responsabilità. Nulla per forza!
Soprattutto mai per forza le opere di pratica religiosa. Né per forza, né
- peggio ancora - solo per convenienza. Alludo a questi casi e queste
situazioni dove si presentano le persone solo in alcune occasioni per
" prendere " i sacramenti come se la Chiesa e la Parrocchia
fossero soltanto i " distributori " freddi dei servizi
sacramentali intesi come incantesimi magici. Invece per celebrare
degnamente e validamente un sacramento, ci vuole una vita sacramentale,
altrimenti è soltanto un rito vuoto e presa in giro.
Carissimo
rispettati e fatti
rispettare. Con grande rispetto da parte mia verso la tua libertà ti
prego sii coerente sempre e fino alla fine. Se ami Dio e ti interessa la
vita cristiana corretta, comincia a viverla così come ti abbiamo
insegnato nel catechismo. Non credo che tu abbia seguito il catechismo per
subirlo fino alla cresima, e una volta libero da questo peso non ti
interessa più. Perché se fosse così, come noi ti rispettiamo,
rispettaci anche tu. Non venire solo per l'occasione. " La preghiera
forzata Dio non gradisce ". Sposare in chiesa per la bellezza del
posto, fiori, organo le luci, sa di presa in giro… e poi, senza la
profonda consapevolezza di celebrare un sacramento, non è valido. Il
matrimonio civile è un contratto valido per tutti. Il sacramento per
essere valido richiede la vita sacramentale prima e dopo. Siamo sinceri;
convertirsi solo per quel momento e per quella occasione fa ridere. Questo
vale per tutti i sacramenti.
Carissimo, sii coerente e coraggioso non farti manipolare da
nessuno. Segui Gesù e la Sua
Chiesa, e avrai la tua soddisfazione dalla fede praticata sul serio. Dio
esiste e ha fondato la Chiesa per guidare la vita dei Cristiani. Ha detto
Gesù; "Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E
chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato"./Lc
10,16/
Rifletti e decidi. Io
sono qui, e noi siamo qui per te, per aiutarti a capire e vivere la tua
fede, ma non prenderci in giro. Essere amato per convenienza, non
piacerebbe neanche a te, sono
certo. E per concludere di nuovo la frase detta da
Gesù; “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi
ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi
manifesterò a lui”. /G.
14,21/
Ti
invito… e di cuore ti benedico
don Antoni Pyznar
San
Prospero – un giorno qualsiasi… sempre attuale!
|
|
********************************************
|
I testi qui
sotto consegno a chi si presenta nell'Ufficio Parrocchiale chiedendo la
celebrazione del Sacramento... e io ho dei dubbi sulla sua
fede... per me è un tentativo di ricuperare il possibile, ma
soprattutto di ricuperare la serietà...!
|
********************************************
|
4 |
IL
SACRAMENTO DEL BATTESIMO.
Carissimi.
Se leggete questa lettera, vuol dire che avete chiesto di
battezzare il vostro figlio, e la realtà è questa che; o non ci
conosciamo perché siete arrivati nella nostra Parrocchia (nuovi
Parrocchiani), e non vi siete ancora presentati nemmeno per la Santa Messa
domenicale... o non
siete Cristiani, oppure non siete Cristiani praticanti… e questo
comincia creare un problema.
Per evitare le incomprensioni, discussioni a vuoto - dove si
ribadisce le proprie idee - inutili
e spiacevoli litigi… ecco che ho scritto questa lettera, che dovrebbe
spiegare le cose come stanno, e dare a Voi la possibilità di una
tranquilla riflessione... A me, intanto, la garanzia di non essere o
capito male o giudicato “non alla mano”… ma anche, nel caso di un
eventuale vostro ricorso ai miei superiori, la certezza e chiarezza della
mia posizione.
La fede non è una
questione delle opinioni… ma l’obbedienza a Dio e al Suo insegnamento,
consegnato alla Chiesa.
La fede!… certo che non vi voglio fare qui una catechesi sulla
fede… essendo Cristiani, è vostro impegno coltivare la fede e non
soltanto per le occasioni come questa, ma sempre… La fedeltà e la
testimonianza sono le cose che scrutano la qualità della nostra fede.
………………………………………………………………………..
Ogni persona ha
diritto di chiedere il Battesimo, basta che lo faccia liberamente e con la
convinzione, ma se è minorenne o neonato, sono i genitori oppure i
legittimi “custodi” o educatori a richiedere questo Sacramento a suo
nome. /Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica (CdCC);
1246, e seguenti… Codice del Diritto Canonico (CdDC) 864, 867,
868! 855, /
Carissimi!
Ogni scelta produce le
conseguenze. Quando si tratta di scegliere per se stessi… ogni persona
si assume la responsabilità di subire le conseguenze della propria
scelta, e qui non ho nulla da aggiungere. Quando si tratta però di
un’altra persona per la quale dobbiamo o vogliamo fare le scelte, e
soprattutto quando questa persona non si rende conto, o ancora non si
rende conto di conseguenze della nostra scelta per lei… noi siamo
obbligati moralmente di vigilare affinché
questa persona per la quale facciamo le scelte non subisca una
“fregatura”. Vi chiedo scusa per la parola ma credo che questa rende
molto bene l’idea che voglio esprimere.
Dal Codice
del Diritto Canonico;
Can. 868 - §1. Per
battezzare lecitamente un bambino si esige:
1)
che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il
loro posto, vi consentano;
2)
che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione
cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga
differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone
ragione ai genitori.
Come non posso avere i dubbi sulla futura educazione
nella Religione e Fede Cattolica, del Vostro bambino, quando Voi state
lontani da questa educazione…? Che testimonianza date al vostro
bambino…? Perché volete
mettere sulle spalle dell’innocente bambino il fardello sacramentale che
voi stessi non volete portare…?
Carissimi!
Trattandosi della
fede, si tratta di una cosa comunitaria e non privata. Chiedendo il
battesimo chiedete che il vostro figlio sia incorporato in questa comunità
della Chiesa Cattolica, dove vige la Legge Divina! Dove i Dieci
Comandamenti sono la base, e dove la disobbedienza è peccato.
E’ una cosa
sbagliatissima affermare che; “…
intanto lo battezzo e poi in futuro sceglierà da se”! Per una scelta
giusta dovrebbe essere preparato a scegliere Gesù , la Sua Chiesa e la
vita eterna… ma come potrà scegliere se da subito non avrà una giusta
testimonianza da parte vostra…? Ecco
la “fregatura”!; anagrafìcamente
sarà un Cristiano, ma di fatto vivendo nella famiglia dove la religione e
la fede non è praticata non imparerà praticarla e, come lo dice chiaro
San Giacomo;
“la fede senza le opere è morta”
/Gc. 2, 26 /
Durante il rito del
Battesimo dovreste rispondere in modo affermativo che; “ vi impegnate a
educarlo nella fede perché nel osservanza dei comandamenti impari ad
amare Dio e il prossimo come Cristo ci ha insegnato”… come potete,
nella serietà, affermare una cosa di questo genere, quando non lo fate
nella vostra vita? Il Battesimo è una cosa seria, non si battezza una
persona per modo di dire o per far vedere alla gente… ci vuole la
convinzione sacramentale!
La mia esperienza
sacerdotale mi insegna fin troppo bene cosa vuol dire avere da fare con le
famiglie dove i genitori non sono praticanti… dove i bambini vengono
“scaricati” per il Catechismo Parrocchiale o per le Sante Messe. Si,
scaricati, perché i genitori gli accompagnano, per es. per la Santa
Messa, sotto la porta della chiesa e dopo la Santa Messa vengono a
riprenderli… e il povero figliolo impara da piccolo cosa vuol dire credente
non praticante, ma non impara ad essere obbediente a Dio e alla sua
Legge per avere la Salvezza Eterna… e quando arriva all’età
dell’adolescenza dove, si, dovrebbe fare le sue scelte… come può
scegliere senza provare le crisi di coscienza vedendo la dissonanza tra la
vita e le chiacchiere dei suoi genitori…
Certo che ha un grande
senso il Battesimo di neonati. Lo afferma l’insegnamento del Magistero
della Chiesa a partire dal Canone 867 / CdDC/. Ma in certi casi sarebbe
meglio lasciar stare il bambino così come è nato, far vedere nella
serietà tutti gli aspetti della vita così laica come religiosa… e poi
dopo avergli dato una seria e famigliare testimonianza fargli scegliere
senza le fregature nascoste!
Carissimi.
Con queste parole non
Vi dico NO definitivo… anzi spero che dopo una adeguata riflessione vi
rendete conto dove avete sbagliato. Io sono qui appositamente per
intraprendere con voi anche personalmente un cammino di fede che oltre
regolarizzare la vostra posizione davanti a Dio, vi darà la possibilità
di dare al vostro figlio una giusta, cristiana testimonianza della vita.
Questa sarebbe la garanzia di ritrovarci un giorno insieme con i vostri
figli nella felicità eterna dove Gesù, il nostro Salvatore ha preparato
un posto per i suoi figli fedeli!
Qui ho esposto la mia
posizione che è secondo la Dottrina Cristiana Cattolica, - se vi
riconoscete in questo, vi aspetto con gioia!
E
intanto di cuore vi benedico!
San
Prospero /qualsiasi giorno- valido sempre/
don Antoni Pyznar
Il parroco
|
********************************************
|
|
|
|
****************************************************************
|
5. |
|
IL
SACRAMENTO DEL MATRIMONIO.
Carissimi.
Se leggete questa lettera, vuol dire che avete chiesto di sposare
in Chiesa con il Sacramento del Matrimonio, e la realtà è questa che; o non ci
conosciamo perché siete arrivati nella nostra Parrocchia (nuovi
Parrocchiani), e non vi siete ancora presentati nemmeno per la Santa Messa
domenicale... o non
siete Cristiani, oppure non siete Cristiani praticanti… e questo
comincia creare un problema.
Per evitare le incomprensioni, discussioni a vuoto - dove si
ribadisce le proprie idee, inutili e spiacevoli litigi, ecco che ho
scritto questa lettera che dovrebbe spiegare le cose come stanno, e dare a
voi la possibilità di una tranquilla riflessione. A me intanto la
garanzia di non essere o capito male o giudicato non alla mano… ma anche
in caso di un eventuale vostro ricorso ai miei superiori la certezza e
chiarezza della mia posizione.
La fede non è una
questione delle opinioni… ma l’obbedienza a Dio e al Suo insegnamento,
consegnato alla Chiesa.
La fede… certo che non vi voglio fare qui una catechesi sulla
fede… essendo Cristiani è vostro impegno coltivare la fede, e non
soltanto per le occasioni come questa, ma sempre… La fedeltà e la
testimonianza sono le cose che scrutano la qualità della nostra fede.
………………………………………………………………………………………………………
Ogni Cristiano libero ha diritto di essere sposato in Chiesa con un
Sacramento. Cfr.:
-
Codice di Diritto Canonico /CdDC/ 1058
-
Catechismo della Chiesa Cattolica /CdCC/; 1625
Carissimi,
non è la mia
intenzione di turbare la vostra tranquillità e soprattutto la gioia con
la quale /sono sicuro/ avete deciso di unire le vostre vite. Consapevole
della serietà del Sacramento che chiedete,
e consapevole della mancanze della vostra vita sacramentale, ecco
che vi offro con la presente un po’ di riflessione sul argomento.
Qualche anno fa ho
scritto una lettera che ho mandato a tutti i ragazzi delle mie Parrocchie
ma soprattutto ho dedicato quella lettera a quei ragazzi che dopo la
Cresima hanno abbandonato la loro pratica religiosa. Personalmente sono più
che convinto che chi non pratica la religione - ha abbandonato la fede.
Cfr. /CdDC/ 1071 p.4
Come
scrive lo stesso Apostolo Giacomo “… la fede senza le opere è
morta!” /Gc. 2,26/
Per celebrare consapevolmente e validamente il Sacramento del
Matrimonio bisogna avere la vita sacramentale, e per avere la vita
sacramentale ci vuole la praticare della fede secondo le parole di Gesù
che la Santa Madre Chiesa ci trasmette e insegna.
Vi ripropongo
alcuni passi della suddetta lettera…
“La fede per esistere deve essere alimentata con una pratica
religiosa di qualsiasi tipo. Non parlo solo della Santa Messa domenicale
ma mi riferisco alla vita sacramentale il generale.. la pratica religiosa
per un cristiano dovrebbe essere una cosa così normale come respirare
l'aria, per qualsiasi essere vivente. Se no, si muore. Mi rivolgo al tuo
senso di responsabilità. Nulla per forza! Soprattutto mai per forza le
opere di pratica religiosa. Né per forza, né - peggio ancora - solo per
convenienza. Alludo a questi casi e queste situazioni dove si presentano
le persone solo in alcune occasioni per " prendere " i
Sacramenti come se la Chiesa e la Parrocchia fossero soltanto i
"distributori
" freddi dei servizi sacramentali intesi come incantesimi magici.
Invece per celebrare degnamente e validamente un sacramento, ci vuole una
vita sacramentale, altrimenti è soltanto un rito vuoto e presa in giro.
Carissimo
rispettati e fatti
rispettare. Con grande rispetto da parte mia verso la tua libertà ti
prego sii coerente sempre e fino alla fine. Se ami Dio e ti interessa la
vita cristiana corretta, comincia a viverla così come ti abbiamo
insegnato nel catechismo. Non credo che tu abbia seguito il catechismo per
subirlo fino alla Cresima, e una volta libero da questo peso non ti
interessa più. Perché se fosse così, come noi ti rispettiamo,
rispettaci anche tu. Non venire solo per l'occasione.
"La
preghiera forzata Dio non gradisce ". Sposare in chiesa per la
bellezza del posto, i fiori, l’organo le luci, sa di presa in giro… e
poi, senza la profonda consapevolezza di celebrare un Sacramento, non è
valido. Il matrimonio civile è un contratto valido per tutti. Il
Sacramento per essere valido richiede la vita sacramentale, prima e dopo.
Siamo sinceri; convertirsi solo per quel momento e per quella occasione fa
ridere. Questo vale per tutti i Sacramenti.
Carissimo,
sii coerente e
coraggioso non farti manipolare da nessuno. Segui Gesù e
Sua Chiesa, e avrai la tua soddisfazione dalla fede praticata sul
serio. Dio esiste e ha fondato la Chiesa per guidare la vita dei
Cristiani. Ha detto Gesù; "Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza
voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha
mandato". /Lc
10,16/ Rifletti
e decidi. Io sono qui, e noi siamo qui per te, per aiutarti a capire e
vivere la tua fede, ma non prenderci in giro. Essere amato per
convenienza, non piacerebbe neanche a te,
sono certo. E per concludere di nuovo la frase detta da
Gesù; “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi
ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi
manifesterò a lui”. /G.
14,21/
Sono sicuro che queste parole sono attuali anche per voi… Tutti
conosciamo a memoria le critiche verso quelli che praticano per essere
visti… che si convertono per occasione, e poi… come prima non si
vedono più. Tutti sappiamo che questo stato di vita si chiama “la
ipocrisia”. La vita è una cosa seria e così va vissuta nella serietà.
Il Sacramento del matrimonio e un impegno serio! Soprattutto sapendo che
è unico e indissolubile! L’impegno per tutta la vita! Il segreto di
riuscita sta nel stretto contatto con Dio e con la sua Chiesa.
Carissimi.
Le parole qui scritte dovrebbero servire per un richiamo alla
serietà. Ribadisco che in alcuni casi, forse anche nel vostro, sarebbe
meglio per adesso, sposare solo con il rito civile /in Comune/. Dopo, non
abbandonare il pensiero di celebrare il Sacramento, ma prima, ritornare
sul serio alla pratica della vita sacramentale.
Con queste parole non Vi dico NO definitivo… anzi, spero che dopo
una adeguata riflessione vi rendete conto dove avete sbagliato. Io sono
qui appositamente per intraprendere con voi anche personalmente un cammino
di fede, per regolarizzare la vostra posizione davanti a Dio. Questo fatto
vi darà, un giorno, la possibilità di dare anche ai vostri figli una
giusta, cristiana testimonianza della vita. Questa sarebbe la garanzia di
ritrovarci un giorno insieme con i vostri figli nella felicità eterna
dove Gesù, il nostro Salvatore, ha preparato un posto per i suoi fedeli!
Qui ho esposto la mia
posizione che è secondo la Dottrina Cristiana Cattolica, - se vi
riconoscete in questa, vi aspetto con gioia!
E
intanto di cuore vi benedico!
San
Prospero /qualsiasi giorno- valido sempre/
don Antoni Pyznar
Il
parroco
|
****************************************************************
|
6 |
SULLA
BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
|
Carissimi!
La festa
dell’Epifania ha richiamato la nostra attenzione al fatto del primo
contatto di Neonato Figlio di Dio con i popoli del mondo, rappresentati
dai famosi Re Magi. Nelle loro figure, come ci insegna la Chiesa, sono
rappresentati quelli, che con il cuore pronto e sincero cercano Dio. Non
è una cosa facile, e non è una cosa semplice… come non era né
semplice né facile nemmeno per loro. La loro tenacia, però, è stata
premiata da un incontro con unico Salvatore, il Verbo di unico Dio, Gesù
Cristo! Il racconto di questo avvenimento lo troviamo all’interno del
racconto evangelico. Là, nella Sacra Scrittura, nella Bibbia, troviamo la
verità sul fatto che è Dio stesso che fa il primo passo verso l’uomo
che lo cerca. Al tempo dell’Antico Testamento, Dio comunicava con gli
uomini attraverso i Profeti, e quando è arrivata la “pienezza
del tempo”, Dio fa un passo decisivo verso l’umanità che lo cerca
diventando un uomo, facile da trovare, facile da incontrare. Il problema,
questo da sempre, sta nel fatto che Dio aspetta una risposta da parte di
ogni persona! Una risposta semplice, convinta, e soprattutto libera.
L’esempio dei Re Magi, ci invita a non stare immobili e aspettare che
Dio ci cerchi e trovandoci ci salvi senza la nostra attiva
collaborazione… Noi dobbiamo muoverci e rispondere alle proposte che Dio
continuamente ci offre per arrivare alla unica e decisiva risposta che
conta…, la risposta alla Sua domanda; se vogliamo essere salvati e
vivere nella felicità eterna?
Con questa
introduzione, alludo, come sicuramente vi siete accorti, alla pratica
religiosa che tra poco ci toccherà rifare… la Benedizione delle
Famiglie!
Personalmente sono più
che convinto che non si deve mai fare nulla per forza, senza convinzione e
dato per scontato. Da tutte le pratiche, che si possono chiamare
religiose, dobbiamo cercare di tirare fuori un beneficio spirituale e
sempre maggiore convinzione e attaccamento alla fede e a Dio. Ribadisco
sempre, che la Benedizione Pasquale, non è né Benedizione delle case né
la raccolta dei soldi per le necessità parrocchiali. La Benedizione
Pasquale è la Benedizione delle Famiglie Cristiane, un incontro del
Parroco con i suoi Parrocchiani.
Non serve a niente
spruzzare l’acqua benedetta sulle mura e sulle case vuote… serve
invece fare le cose sensate, allora, un incontro di preghiera
all’interno delle mura domestiche dove la Famiglia dei Cristiani vive la
sua quotidianità e intimità. La benedizione della Famiglia deve essere
voluta e vissuta, ma non subita! Dobbiamo ritornare a fare le cose con la
consapevolezza di quello che significano e a che cosa servono. Cercando
sempre il senso in qualsiasi pratica religiosa.
Ormai con diversi anni
di esperienza, ritenendomi abbastanza coraggioso, da quest’anno vi
propongo un nuovo modo di celebrazione della Benedizione delle Famiglie
– incontro con il Parroco! Una pratica antica, che ha perso tanto del
suo significato e non viene più sentita e celebrata così come dovrebbe
essere.
Come ho accennato
all’inizio di questa lettera, nella nostra vita religiosa e spirituale,
è molto importante la nostra risposta… Dio ci parla continuamente
attraverso la Chiesa, attraverso i Sacramenti, attraverso le pratiche
religiose e anche le usanze, ma aspetta la nostra risposta pronta e
libera, nella quale dobbiamo esprimere la nostra volontà. “La
nostra risposta! ”….
Carissimi!
Prendendo in
considerazione il fatto che non siamo nel Terzo Mondo /con tutto il
rispetto verso qualsiasi parte che avrebbe il diritto di essere chiamata
così/ e non siamo nemmeno nella Terra di Missione, con il classico
significato di questo nome. Per questi motivi, essendo consapevole di
avere da fare con la gente, per la quale l’idea di Dio, della Chiesa
Cattolica, e delle sue tradizioni non è nulla di nuovo, tento di ricavare
qualcosa di utile spiritualmente dalle tradizioni che ancora sono in
usanza.
Il mio tentativo
dovrebbe servire come un invito a tutti ad una riflessione, anche un
dibattito, una ripresa di coscienza e alla più viva partecipazione nella
vita della Chiesa e nelle sue tradizioni, liberamente accettate e vissute
con un dovuto senso. Vi invito ad una piccola collaborazione.!
Tra qualche giorno o
anche settimana, riceverete un foglio con un tagliando. Sul foglio
riceverete un annunzio della benedizione prevista nel vostro indirizzo,
nella vostra via specifica che in pratica sarà quasi sempre lo stesso
itinerario di tutti gli anni. La mia richiesta è di rispondere
recapitando il tagliando in ufficio parrocchiale. /nella cassetta della
posta, dopo le Sante Messe domenicali o feriali, / o in qualsiasi altro
modo, basta farmelo avere!
Sul tagliando mi
scriverete il nome della famiglia e confermate la volontà di ricevere la
benedizione impegnandovi ad essere presenti i più numerosi componenti
della famiglia. Così voi mi confermate che avete preso atto dell’rito e
della data, a me servirà
anche come il certificato che la volete e che avete avvisato tutti i
componenti della famiglia. Nelle nostre Parrocchie sono sempre più
numerosi i nuovi arrivati che magari provengono da altre realtà e non
conoscono le nostre tradizioni… questo servirà anche ad evitare questi
spiacevoli momenti che, io presentandomi alla porta mi sento un intruso, e
devo giustificare la mia presenza... Il tagliando che mi recapitate che
per me avrà anche il significato di un invito da parte vostra, sarà un
piccolo passo, una piccola collaborazione e testimonianza sempre più
chiara, di chi le cose vuole fare con la partecipazione, riflessione, e
consapevolezza.
Per me sarà anche una
specie di sondaggio e aiuto ad organizzare il percorso.
Attenzione!
1)
– non vado a suonare le porte delle Famiglie e dei
indirizzi che non hanno restituito il tagliando all’ufficio
parrocchiale!
2)
– state pur sicuri che da parte mia e dei miei
collaboratori faremo tutto il possibile per contattare le persone sole,
anziane o sole e ammalate, alle quali far mi recapitare il tagliando
sarebbe difficile
TUTTI GLI ALTRI DEVONO FARE
DA SE
E’ un modo nuovo, sono consapevole, ma sono sempre più
consapevole che bisogna fare di tutto per le nuove forme di “ricerca
della centesima pecorella”. Vi ricordo anche una bellissima parola
di Gesù che non obbligava nessuno a farsi seguire, anzi a tutti parlava
delle difficoltà che devono affrontare /conf.
Mt. 8, 19-20/ e chi
chiedeva delle spiegazioni diceva con dolcezza ma anche con fermezza e
convinzione “ SE VUOI”!…
Anche voi, se volete.. avrete tutto… anche la Salvezza eterna! Ma la
dovete volere, cercare e desiderare. Nulla per forza e nulla dato per
scontato!
Vi auguro un
bel Carnevale e una giusta preparazione alla Santa Pasqua!
In fede
PISA,
un anno qualunque
Il
Parroco
|
****************************************************************
|
PER
UN NUOVO
ANNO CATECHISTICO
|
7 |
|
A TUTTI I PARROCCHIANI!
Carissimi!
Come tutti gli
anni, dopo un riposo estivo arriva il tempo dei “normali” impegni
quotidiani; il lavoro, la scuola, il catechismo. Nel tempo della Sagra
Sanprosperina sfrutto l’occasione per mandare a tutte le famiglie,
questa lettera, per dare qualche richiamo, qualche annunzio importante
riguardante i vari impegni che sono legati alla nostra vita cristiana.
Ovviamente al primo
posto dovrebbe essere la fedeltà alla Santa Messa domenicale e festiva.
Da qui dovrebbe cominciare e qui si dovrebbe cercare il senso ad ogni
impegno della vita cristiana, Una volta capito questo… tutto il resto si
mette al proprio posto… posso scommettere con tutti! Basta
considerare che già nell’antichità quando non esisteva ancora il
Cristianesimo e non si celebrava l’Eucaristia, Dio nel terzo
comandamento ha messo una sottolineatura “ricordati”…
Carissimi.
Lo spazio di una
lettera non è capace di contenere tutte le spiegazioni per far capire
questo, allora come sempre vi invito a seguire le attività della
Parrocchia per avere la costante possibilità di confronto con La Parola
di Dio e l’insegnamento della Chiesa, per poter mantenere alto livello
della propria vita spirituale, ma dove questa mancasse, per avere sempre
la possibilità di essere istruiti, per un costante progresso.
Non basta sapere
che Dio esiste, per ottenere la Vita Eterna.
Il Battesimo che ci
lega tutti tra noi ma soprattutto che ci lega con Dio, dovrebbe essere per
noi un continuo richiamo a vivere nella serietà, secondo le conseguenze
di questo Sacramento che è unico a darci la possibilità della Salvezza,
di vivere in eterno.
Soprattutto nel mondo
che ora viviamo, essere Cristiani seri e corretti non è una cosa facile,
non è però neanche impossibile, tutto dipende da quello se siamo
interessati o no… ma direi ancora meglio; di che cosa siamo
interessati…
Carissimi,
sia certo che mi
rivolgo a tutti, ma mi rivolgo soprattutto alle famiglie giovani, e in
particolare a quelle che hanno i bambini piccoli, di qualsiasi età. Il
loro futuro è nelle nostre mani, prima dei genitori e poi di educatori di
tutti i livelli. Certo che è importante il loro progresso intellettuale e
fisico… ma le famiglie cristiane al primo posto dovrebbero mettere la
loro crescita spirituale. Dio e il Suo Insegnamento non dovrebbe essere
messo nel”opzionale” ma dovrebbe essere la base, a questo punto tutto
il resto avrà un valore giusto.
Non tenete lontani
dalla Chiesa i neonati, battezzati o non battezzati ancora. Venite alle
Sante Messe insieme con loro. Non abbiate ne paura ne timore se piangano,
è il diritto del bambino piangere… e meglio in una chiesa sentire il
pianto dei bambini che le chiacchiere di quelli che non sanno pregare…
Le belle e giuste “abitudini” si imparano dai primi momenti della
vita!
Come sempre, per i
bambini e ragazzi nell’età scolastica, sarà organizzato
l’insegnamento del catechismo e della Dottrina della Chiesa Cattolica. A
questo punto, mi rivolgo a tutte le famiglie della nostra Comunità,
composta dalle Parrocchie di San Prospero e San Jacopo, di ritirare in
chiesa il modulo della iscrizione dei bambini al Catechismo Parrocchiale.
La pratica della
iscrizione e reiscrizione ogni anno dei ragazzi al Catechismo, mi da la
possibilità di avere, almeno ogni tanto, un contatto con i genitori. E’
molto importante collaborare per la crescita dei ragazzi soprattutto
quella spirituale . Nella nostra Comunità abbiamo un gruppo dei
bravissimi catechisti che mi aiutano a trasmettere a tutti il Vangelo di
Cristo e la dottrina della Sua Chiesa.
Il modulo della
iscrizione compilato e firmato dai genitori deve essere consegnato al
parroco personalmente! Vi prego di NON consegnarlo la domenica dopo la
Santa Messa… ma in settimana nell’ufficio parrocchiale.
Il calendario e
l’orario del Catechismo Parrocchiale sarà pubblicato al più presto, ma
dopo una consulta con tutti i catechisti.
Mi rivolgo a tutti i
genitori e chiedo la cortesia, di programmare le altre attività, tipo; il
pallone, le palestre, le piscine, i corsi di danza ecc. prendendo in
considerazione il fatto irrinunciabile dell’insegnamento catechistico.
Per una famiglia dei Cristiani, che seriamente considera la vita religiosa
famigliare, il catechismo dei ragazzi deve essere al primo posto, subito
dopo la scuola che è d’obbligo.
Da parte nostra,
faremo di tutto /come tutti gli anni/ per essere più disponibili
possibile, non dimenticate però, cari genitori, che la disponibilità dei Catechisti può essere limitata,
anche loro hanno le famiglie, il lavoro, la scuola, e offrono
gratuitamente il loro tempo libero per dare alla nostra Comunità un
servizio prezioso della loro testimonianza cristiana.
Carissimi!
Adesso una parola ai giovani, che qualche tempo fa frequentavano il
Catechismo Parrocchiale, hanno ricevuto la Cresima, e ora… in
maggioranza hanno dimenticato la parola data a Gesù… ma direi anche al
parroco, ai catechisti, ai genitori… Cari ragazzi, lo so che nel mondo
di oggi la vita religiosa non è di moda… però so anche che, come dice
il proverbio; “il pesce sano va contro corrente”. Come ho scritto
sopra; “non basta sapere che Dio esiste”…
Non basta sapere
dov’è la
chiesa, per sposarsi o chiedere altri Sacramenti… lo sappiamo tutti che
essere considerati solo per queste occasioni non da una testimonianza
positiva…
La fede invece è
un’esperienza seria, di grande valore, e bellissima… ma per scoprirla
e viverla, ci vuole il continuo contatto con la Fonte, la Base di
qualsiasi saggezza! Fate vedere, anche a voi stessi, che l’impegno che
avete preso, ricevendo il Dono dello Spirito Santo… non era solo un
occasione per “passare la Cresima”… ma una convinzione di confermare
l’appartenenza al Popolo Santo di Dio, per un cammino verso la Felicità,
Vera ed Eterna.
Nella nostra Parrocchia ci sono varie occasioni, oltre le Sante
Messe, per approfondire, rinforzare, e coltivare la fede e la vita
religiosa cristiana. Vi invitiamo, c’è posto per tutti!
Un cordiale saluto e la benedizione a tutti.
Don Antoni Pyznar
|
****************************************************************
|
|
|
***************************************** |
9.
|
“COPPIE D’AMORE: UGUALI NELLA DIFFERENZA”
Essere genitori tra le aspirazioni degli adulti e la realtà dei bambini. |
Affrontando i problemi di questo genere, secondo il mio modesto parere, bisogna specificare subito all’inizio un cosa molto importante: qualsiasi scelta, produce le conseguenze.
Il parere, o se vogliamo l’insegnamento della Chiesa, basato sulla Sacra Scrittura della Bibbia, è indirizzato soprattutto alle persone che si riconoscono come Credenti in Cristo, nato morto e risorto per la nostra salvezza. Per gli altri che non sono credenti, oppure credono “a modo loro” staccati dal Magistero della Chiesa, l’insegnamento può essere una voce tra tante da prendere in considerazione e riconoscesi o no in essa.
Non è obbligatorio credere nella Rivelazione Divina, racchiusa nella Bibbia, però chi segue Gesù Cristo, chi spera nella risurrezione, dovrebbe seguire l’insegnamento della Chiesa, da Lui
-/Gesù/ voluta, per amministrare e guidare tutti i credenti.
Per tanto chi crede è tenuto a seguire questo Insegnamento… chi non crede, non è obbligato a seguirlo, la sua coscienza, se la riconosce, suggerisce a lui altri valori o alte condizioni che noi, credenti in Cristo, rispettiamo ma non ci sentiamo obbligati di accettare. Come si dice; “ patti chiari e amicizie lunghe”
Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro;
La legge di Dio, affidata alla Chiesa, è insegnata ai fedeli come cammino di vita e di
verità. I fedeli hanno, quindi, il diritto di essere istruiti intorno ai precetti divini
salvifici, i quali purificano il giudizio e, mediante la grazia, guariscono la ragione
umana ferita. Hanno il dovere di osservare le costituzioni e i decreti emanati dalla
legittima autorità della Chiesa. Anche se sono disciplinari, tali deliberazioni richiedono
la docilità nella carità (CdCC. 2037)
L’insegnamento della Chiesa, sulla famiglia e sulla procreazione, si basa strettamente sulla Parola Rivelata.
Già nelle prime pagine della Sacra Scrittura Dio, il Creatore mette in chiaro:
E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela (Ge. 1, 27-28)
E poi continua:
Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie,
e i due saranno un’unica carne. (Ge. 2, 24)
In seguito Gesù conferma:
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano
se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro:
«Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere
un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro
cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece
maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà
a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una
sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
(Mc.10, 2-9)
La “durezza del cuore” della quale parla Gesù, va intesa come un espressione molto diffusa oggi, soprattutto tra le persone che non vogliono sottomettasi all’insegnamento della Chiesa e contemporaneamente non hanno il coraggio di ammetterlo, vivendo nello stato delle proprie illusioni usando spesso questa frase “secondo me…”
Si, secondo loro si, ma non secondo l’insegnamento di Dio.
Nell’insegnamento di Dio invece c’è tutta la verità sulla dignità umana, che va sempre o ovunque rispettata. La persona umana va sempre tutelata nella propria dignità di essere figlio di Dio, creato “all’immagine e somiglianza di Dio”.
Per una persona credente, è Dio che ha deciso che la nuova vita arriva attraverso unione dell’amore di due vite già esistenti. Queste vite distinte devono essere anche di due sessi diversi… se no, la divisione dei sessi non avrebbe nessun senso… Questa logica e verità troviamo nella parola di Gesù che spiega, che nella Vita Eterna, non ci saranno né mariti e né mogli, ma tutti saranno come gli angeli.
(conf. Mt. 22, 23-30)
Una persona non credente, invece semplicemente accettando la legge della natura, deve ammettere che nella natura /eccetto qualche essere primitivo/ per avere una nuova vita ci vuole un contatto tra due esseri del sesso diverso. Il contatto tra due sessi uguali, non provoca la fecondazione e di conseguenza non produce l’arrivo di un nuovo essere. La conclusione è semplice, se la Madre Natura richiede severamente alcuni comportamenti, una persona che fa parte della natura deve accettare queste leggi per il bene suo e anche degli altri, se no, si può verificare un antico proverbio:
“Dio perdona sempre, gli uomini qualche volta… la natura mai”
Questo è il problema che la natura non perdonando mai, alla fine dei conti si rifà con chi è più debole. Nella coppia dello stesso sesso la crescita del essere umano è al grande rischio. Mancando una basilare presenza dell’altro sesso il bambino non ha la completezza dei esempi da questi classici a quelli che sono notabili solo nell’intimità della famiglia. Questa completezza si può verificare e notare, solo nella vita intima di una famiglia. Intima, non vuol dire subito sessuale, ma racchiude tutto, che si trasmette al bambino nel contatto unico, irripetibile, inimitabile e indispensabile che un neonato ha con il corpo della madre a cominciare da un bellissimo atto dell’allattamento. Altrettanto unico, indispensabile, inimitabile contatto con il padre, maschio, che il neonato percepisce, anche nella diversità del corpo umano e atteggiamento della persona. Tutto quello favorisce il corretto sviluppo della personalità del bambino, altrimenti per la mancanza di una parte, o sovrabbondanza di una sola, aumenta il rischio delle patologie.
Dalla mia esperienza personale, condivisa dagli altri sacerdoti, noto che già i bambini delle coppie separate presentano una grande mancanza della serenità pur di avere spesso la presenza “sostitutiva” o del maschio o della femmina, ma non è un genitore che ha trasmesso loro la vita attraverso un “atto sacro” di amore che continua nella presenza operosa del genitore, anche adottivo , ma sempre un maschio e una femmina.
Tutti abbiamo diritto di amare ed essere amati, ma tutti abbiamo anche l’obbligo di rispettare l’integrità degli altri. Il comandamento di amare il prossimo come se stessi non si riferisce soltanto all’amore verso una persona del sesso diverso… Amare il prossimo, chiunque esso sia, maschio o femmina.
Allora anche qui dobbiamo chiarire una cosa basilare e non confondere amore con l’atto sessuale che talvolta non ha nulla in comune con amore.
Secondo divino insegnamento due persone regolarmente sposate hanno diritto di stare insieme perché sono “una carne sola”. L’atto sessuale con una persona con la quale non si è una carne sola è adulterio. Ed è proprio qui che va citato anche una specie di definizione dell’adulterio, che sarebbe: “entrare dell’intimità della persona che non ti appartiene”, con la quale non sei una carne sola.
L’insegnamento della Chiesa non dice che ogni atto sessuale all’interno del matrimonio deve finire con il concepimento… Dice però chiaro che ogni atto sessuale all’infuori del matrimonio regolare è adulterio. I coniugi hanno diritto di stare insieme e hanno diritto quasi obbligo di programmare la loro famiglia secondo le possibilità anche economiche.
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:
La fecondità è un dono, un fine del matrimonio; infatti l'amore coniugale tende per sua
natura ad essere fecondo. Il figlio non viene ad aggiungersi dall'esterno al reciproco
amore degli sposi; sboccia al cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e
compimento. Perciò la Chiesa, che “sta dalla parte della vita”, “insegna che qualsiasi
atto matrimoniale deve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita” “Tale
dottrina, più volte esposta dal magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione
inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due
significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo”
(2366)
Chiamati a donare la vita, gli sposi partecipano della potenza creatrice e della paternità
di Dio. “Nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere
considerato come la loro propria missione, i coniugi sanno di essere cooperatori
dell'amore di Dio Creatore e come suoi interpreti. E perciò adempiranno il loro dovere
con umana e cristiana responsabilità” (2367)
Altro problema viene suscitato con la fecondazione.
Le ricerche finalizzate a ridurre la sterilità umana sono da incoraggiare, a condizione che
si pongano “al servizio della persona umana, dei suoi diritti inalienabili e del suo bene vero
e integrale, secondo il progetto e la volontà di Dio” (2375)
Le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l'intervento di una persona
estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell'utero) sono gravemente
disoneste. Tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali eterologhe) ledono il diritto
del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal
matrimonio. Tradiscono “il diritto esclusivo [ degli sposi] a diventare padre e madre
soltanto l'uno attraverso l'altro” (2376)
Praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali
omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili.
Dissociano l'atto sessuale dall'atto procreatore. L'atto che fonda l'esistenza del figli non è
più un atto con il quale due persone si donano l'una all'altra, bensì un atto che “affida la vita
e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della
tecnica sull'origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio
è in sé contraria alla dignità e alla uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli”
“La procreazione è privata dal punto di vista morale della sua perfezione propria quando non
è voluta come il frutto dell'atto coniugale, e cioè del gesto specifico della unione degli sposi...;
soltanto il rispetto del legame che esiste tra i significati dell'atto coniugale, e il rispetto
dell'unità dell'essere umano consente una procreazione conforme alla dignità della persona”
(2377)
Il figlio non è qualcosa di dovuto, ma un dono. Il “dono più grande del matrimonio” è una
persona umana. Il figlio non può essere considerato come oggetto di proprietà: a ciò
condurrebbe il riconoscimento di un preteso “diritto al figlio”. In questo campo, soltanto il
figlio ha veri diritti: quello “di essere il frutto dell'atto specifico dell'amore coniugale dei suoi
genitori e anche il diritto a essere rispettato come persona dal momento del suo concepimento”
(2378)
Si presenta ora un altro problema della eventuale presenza dei bambini nelle coppie dei omosessuali. Certo tutti abbiamo diritto di avere i “sogni nel cassetto” ma quelli si devono realizzare senza danneggiare gli altri soprattutto dei piccoli. Alle opinioni che ho espresso sopra si aggiungono anche quelle riguardanti la vita intima tra queste coppie, che non è da sottovalutare è da far finta che non esiste… La Sacra Scrittura è molto chiara su questo argomento.
Il libro di Levitino al capitolo 18 dice:
Non avrai con un maschio le relazioni come si fa con una donna:
è cosa abominevole. (Lev. 18, 22)
Che poi San Paolo precisa…
State
lontani dall’impurità!
Qualsiasi peccato l’uomo
commetta,
è
fuori del suo corpo; ma chi si dà
all’impurità,
pecca contro il proprio corpo.
Non
sapete che il vostro corpo
è
tempio dello
Spirito Santo, che è
in voi? (Cor.
6, 18-19)
E prosegue :
Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno
cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi,
lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per
gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la
retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio
adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno
commesso azioni indegne. (Rm. 1, 26-28)
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci suggerisce;
L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva
sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in
forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane
in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le
relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che
“gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”. Sono contrari alla legge
naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera
complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
(2357)
Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali
profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per
la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto,
compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta
discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita,
e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono
incontrare in conseguenza della loro condizione. (2358)
Allora se l’insegnamento della Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa è chiaro ma anche preciso e se qualcuno vuole “duro” con le relazioni tra persone dello stesso sesso, figuriamoci la possibilità di accettare nella luce della stessa Parola di Dio la crescita di un bambino all’interno di una coppia delle persone dello stesso sesso… questo non vuol dire assolutamente la discriminazione dei omosessuali, nel comandamento di Cristo di amare il prossimo sicuramente c’è posto anche per loro.
Ogni scelta va rispettata, ma come ho detto sopra, ogni scelta produce le conseguenze, e non sempre le conseguenze della scelta sono piacevoli. Nella Economia Divina della salvezza c’è posto per tutti, ma tutti dovrebbero accettare la volontà di Dio che è unica in grado di farci passare alla Felicità Eterna. La felicità che Dio ha preparato per i suoi figli fedeli.
Per concludere, cito ancora due brani del Vangelo, della Parola di Gesù;
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un
altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il
mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli
rimane presso di voi e sarà in voi. (Gv. 14 , 15-17)
«Se rimanete nella mia parola , siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la
verità vi farà liberi». (Gv. 8, 31-32)
Con la benedizione.
Pisa - Maggio 2011
don Antoni Pyznar
|
L'ANNO DELLA
FEDE |
L’anno
Catechistico 2012/2013 il Santo Padre, Papa Benedetto XVI, ha indetto l'Anno
della Fede con la lettera apostolica intitolata “Porta fidei” pubblicata
in data 11ottobre 2011. L'iniziativa è stata resa nota dal Santo Padre
nell'omelia del 16 ottobre 2011. Evidentemente il Papa avverte bisogno che
tutta la Chiesa, rifletta su quello che è molto importante per chi
aderisce al popolo dei credenti, il popolo che segue il suo Salvatore
sulla strada della salvezza, verso la risurrezione.
Questa mia riflessione la dedico a
tutti i miei parrocchiani che riconoscendosi Cristiani vogliono
approfondire, rinforzare o riscoprire i valori della fede.
Non basta essere battezzati per proclamarsi credenti, anzi, il Battesimo
da se non produce la fede. La fede è il frutto di un percorso che ha
inizio con il Battesimo, riceve le basi nella vita sacramentale della
famiglia, riceve l’educazione nell’insegnamento della Dottrina per i
Sacramenti della Iniziazione Cristiana, e si realizza nella regolare
pratica religiosa. La pratica religiosa intesa come una regolare vita
cristiana quotidiana, dove il contatto con il Dio Creatore viene, mediato
attraverso l’insegnamento del Figlio Redentore, e sostenuto
dall’azione dello Spirito Santo. A questo però ci vuole una
consapevole, libera e incondizionata risposta di ogni persona battezzata.
Le basi della fede sono due; la Sacra Scrittura e la Tradizione della
Chiesa. Nella Sacra Scrittura si riceve la rivelazione di Dio, attraverso
i secoli dell’azione dei Profeti del Popolo Eletto, perfezionata con
l’arrivo e l’insegnamento di Gesù, Figlio di Dio, Salvatore del
Mondo. L’insegnamento di Gesù è perpetuato con l’azione della
Chiesa, Tradizione della Chiesa, che vive e agisce come il Corpo di Cristo
al quale la forza vitale deriva dall’azione dello Spirito Santo. Per
questo la Chiesa è indispensabile per la nascita, lo sviluppo e la ultima
realizzazione della promessa della fede che è la risurrezione alla
Felicità Eterna.
La fede non è la questione delle opinioni ma è l’obbedienza a Dio che
fa questo dono agli uomini e le donne che liberamente hanno deciso di
seguirLo, nella obbedienza al Suo insegnamento rispondendo al Suo invito
ad una relazione di amore reciproco.
La fede è una questione di cuore di testa e di volontà, una questione
che impegna l’uomo nella sua totalità, una questione di vita. È il
nostro rispondere continuamente “si” a Dio che si rivela, si presenta
a noi e ci parla continuamente nelle vicende quotidiane della vita. Ma la
fede ha anche i suoi momenti di crisi, di difficoltà, di oscurità. E
probabilmente anche la crisi delle vocazioni dipende dalla crisi della
fede del nostro tempo.
San Giovanni Damasceno diceva che; “…se
un pagano ti chiede cosa sia
la fede tu non rispondergli, ma prendilo per mano, portalo nell’interno
della tua chiesa e mostragli le sue immagini, i suoi dipinti, le sue opere”…
forse perché l’arte è l’espressione visibile di quella esperienza
invisibile che è l’incontro col Dio, che si rivela, che ispira i
profeti a parlare a nome di Dio, e gli artisti a dipingere il Suo volto.
La fede, allora, non può essere spiegata, ma raccontata, nella speranza
che chi ascolta possa fare l’esperienza simile. Anche la Bibbia, spesso
per presentarci le idee intime a Dio usa dei “modelli” delle
similitudini, attraverso i quali non ci spiega ma infatti ci racconta.
Il Santo Padre, Benedetto XVI è convinto che ci troviamo a vivere in un
tempo di “profonda crisi di fede” e dunque anche noi abbiamo bisogno
dei modelli, di persone che ci mostrino con i fatti, che cosa significa e
cosa comporta dire “si” a Dio che ci si rivela. Come Maria di Nazaret,
che è beata proprio perché ha
creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto /Lc.
1,45/
Carissimi. Vi invito da parte mia di prendere sul serio in considerazione
l’invito di Santo Padre che tutta la Chiesa Cattolica ripete come un
continuo eco, a sfruttare in quest’anno tutte le occasione e le
iniziative, che ci vengono offerte per approfondire, rafforzare o
riscoprire la fede come un dono e come un veicolo della grazia di Dio per
la nostra felicità eterna.
San
Piero a Grado, Novembre 2012
Don
Antoni Pyznar
|
|
|
IL
PROBLEMA DELLA PRIMA COMUNIONE! |
|
|
Qui
sopra ho scritto sui problemi inerenti al Sacramento del Battesimo. Adesso
vi offro una mia riflessione su un altro sacramento abbastanza trascurato
nel modo di vivere a cominciare dall’età di un bambino, IL SACRAMENTO
DELL’EUCARISTIA, e soprattutto LA PROMA COMUNIONE
Adesso,
per il bambino battezzato qualche anno prima, arriva la seconda fregatura!
La
Prima Comunione!
- L’Eucaristia!
Dopo una relativa tregua, il parroco,
quasi quasi, si è dimenticato del bambino, perché in Chiesa non lo vede
mai, o quasi mai. Quando una volta all’anno passa con la benedizione, le
famose benedizioni delle case che anche questo ho scritto sopra, il
bambino o è all’asilo, o è dai nonni, o si vergogna e non viene a
pregare con la mamma che riceve il parroco nell’ingresso di casa. Il
padre è al bar con gli amici, il bambino non sa come comportarsi. Il
parroco dice le cose che il piccolo, quando è presente, non capisce e la
mamma fa finta di seguire il parroco che prega, mormora qualcosa
sorridendo. Il bambino non vede mai i genitori pregare, ride e scappa
imbarazzato. Intanto la mamma aggiorna il parroco sulla crescita del
pargoletto che a breve comincerà la scuola e allora lo manderà al
Catechismo. Il tutto per arrivare a fare la Prima Comunione! Bene! Qui,
caro mio, sarebbe bello parlare con i catechisti che incontrano i bambini
Cristiani, battezzati, delle famiglie Cristiane, in maggioranza non
praticanti che non sanno recitare nemmeno una preghierina, senza saper
fare neanche il segno della Croce. Noi questo problema qui lo sorvoliamo.
Ti parlo delle mie esperienze.
Bambini belli, con vestiti firmati,
cellulari in tasca, (magari solo in tasca… sempre nella mano), con
qualche orecchino, anche maschietti, che partecipano con entusiasmo ai
primi momenti del Catechismo Parrocchiale che vivono come una cosa nuova.
Il parroco o un catechista, parla di Gesù che li ama e vuole il bene a
tutti i bambini. Di solito il Catechismo comincia in autunno. E qui
dobbiamo fare tutto velocemente, perché a dicembre arriva la festa di
Natale con la bellezza del Presepe, tutti gli addobbi e i festeggiamenti
che tale ricorrenza prevede. Sapessi quanti bambini, anche delle famiglie
così dette “per bene” almeno dal punto di vista della pratica
religiosa, non sanno pregare oppure si vergognano di pronunziare le parole
della preghiera. Cosa ti fa pensare tutto ciò? Certo, nella loro casa o
non si prega mai o si prega solo per le grandi occasioni e, soprattutto, i
figli non vedono pregare i loro genitori. Però qui, ringraziando Dio, i
catechisti suppliscono e arrivano presto i risultati.
Mi veniva sempre da ridere quando si
facevano i primi incontri con i genitori. Da precisare è che, nelle mie
parrocchie, il percorso catechistico cominciava in prima elementare. In
quarta di solito i bambini celebrano la Prima Confessione e poi la Prima
Comunione. Dopo la Prima Comunione, l’insegnamento del Catechismo la
preparazione Cristiana prosegue fino alla prima superiore quando, di
solito, i ragazzi ricevono la Cresima. Ho scritto “di solito” perché
possono capitare le eccezioni.
Ritorniamo ai primi incontri con i
genitori e i bambini che loro mandano a prepararsi per la Prima Comunione.
Ah! Sì! Dimenticavo il problema dell’iscrizione al Catechismo
Parrocchiale. Infatti anche qui ci sono delle precisazioni da
sottolineare! Dopo alcuni anni, avendo capito che non va dato per scontato
che i genitori cristiani si preoccupino della crescita spirituale dei loro
figli, e seguendo i suggerimenti dei catechisti, ho deciso di esigere
l’iscrizione cartacea dei bambini al Catechismo Parrocchiale. Era
prevista, quindi, l’iscrizione al primo anno e poi ogni anno successivo
si chiedeva di ripetere l’iscrizione. Perché? Il primo anno, se non ci
pensiamo noi, il parroco e i catechisti, la maggior parte dei genitori non
ci pensa per niente, un “peso in meno”. Il bambino però è già
iscritto al calcio, alla danza, alla palestra, alla musica e a tante altre
attività che, certamente, sono bellissime, educative, tante volte
necessarie, ma spesso e volentieri entrano, per quanto riguarda
l’orario, in conflitto con le lezioni del Catechismo Parrocchiale.
Tu mi dirai che per i genitori
cristiani non ci dovrebbero essere problemi per mettere nella scaletta
delle importanze al primo posto, dopo la scuola ovviamente, il Catechismo.
Illuso!... rarissimamente il Catechismo viene preso in considerazione!
Tanto di cappello alle maestre delle scuole elementari, e soprattutto a
quelle di una certa età, che ci forniscono l’elenco dei ragazzi
iscritti a scuola. Qualche volta anche l’archivio parrocchiale, quello
elettronico ci dà la possibilità di trovare i bambini da contattare a
cui proporre, insieme ai loro genitori, l’iscrizione al Catechismo
Parrocchiale. È qui che cominciano i problemi con le varie attività:
tutto è più importante del Catechismo, almeno nella stragrande
maggioranza dei casi. Vedi, io non pretendo tanto, vorrei, almeno un
trattamento alla pari. Mi spiego: nella mia esperienza ho trovato solo due
casi dove i genitori hanno preteso dagli animatori delle attività
extrascolastiche, lo spostamento delle attività per il problema della
collisione con l’orario del Catechismo. In tutti gli altri casi, tutti
pretendono salti mortali per spostare l’orario o i giorni del
Catechismo. Da non sottovalutare è il fatto che, così da me come forse
in tutte le parrocchie, sono i catechisti volontari che insegnano il
Catechismo. Proprio ai catechisti volontari, in questo momento, bisogna
porgere tutti i nostri ringraziamenti per la testimonianza, a tutti i
livelli, del loro impagabile impegno! Ma anche loro, così buoni e
disponibili, non sono sempre in grado di trovare i momenti più adatti.
Non discuto mai con gli impegni scolastici: oltre agli orari classici
della scuola, ormai bisogna fare i conti anche con il tanto diffuso, così
detto, “tempo pieno”, che ti lascia a disposizione solo il sabato
pomeriggio. Ma presto entri anche in conflitto con gli allenatori delle
scuole calcistiche. Non ho ancora trovato qualcuno che mi possa spiegare
come mai siamo sempre noi, sottolineo, sempre noi, costretti a spostare
gli orari. Come mai non si possono giocare le partite dei ragazzini, per
esempio, la domenica pomeriggio? Loro dicono che: “hanno
dietro tutta la Società Calcistica e questa ha le sue regole”.
Scusa amico mio, mi astengo dal commento o da eventuali paragoni. Potrei
essere abbastanza banale o abbastanza cattivo! Per carità, con questo non
devi intendere che ho qualcosa contro il calcio, no di certo, anche lì ci
sono i Cristiani in maggioranza, e anche loro dovrebbero avere a cuore non
solo le coppe dei campioni, ma soprattutto i trofei eterni. Qui taglio,
anche per non entrare nel problema dell’educazione, considerata nella
sua ampiezza e complessità. Sai, ogni tanto, passando nelle vicinanze dei
campi sportivi, si sentono delle voci e tante volte non degli allenatori
che aizzano i bambini a “rompere le gambe” e qualcos’altro, ma le
mamme stesse che urlano! Per non dire delle bestemmie che ho dovuto
sopportare celebrando, con altri Cristiani, la Santa Messa in un cimitero
sito nelle vicinanze di un campo sportivo. Fatti della vita!
Ritornando al problema degli orari,
fatti analoghi avvengono per tutte le discipline extrascolastiche. Come ho
scritto prima, pochissimi genitori cercano di fare qualcosa per trovare un
giusto “modus vivendi”. Si sente sempre: “La Parrocchia si deve
adeguare!” E tu prova a dire: “Trovate voi una soluzione giusta,
oppure il bambino interrompa gli altri impegni dei quali gli orari sono in
collusione con le lezioni del Catechismo”. Sei subito giudicato male:
non sei alla mano, sei esigente, arretrato, duro, non tollerante, ecc. E
qui non aiutano i richiami al discernimento e all’impegno più
importante.
L’idea della ripetuta iscrizione era
per avere, con alcuni genitori, un reale contatto almeno una volta
all’anno. Ma se si facevano gli incontri, le assemblee dei genitori,
come abbiamo tentato di realizzare tempo fa, i genitori finivano per
litigare, ribadendo che gli allenamenti e le partite non si possono
spostare, e quando hanno capito che anche i catechisti sono della stessa
mia idea, non sono più venuti. Ma qui ti devo precisare, caro mio, che
noi sempre, e sottolineo sempre, abbiamo mostrato la massima
flessibilità e disponibilità. Capita anche che se non viene raggiunta
una soluzione e non la trovano neanche i genitori tra di loro, senza la
nostra mediazione, siamo costretti a decidere l’orario da soli. E chi
c’è, c’è!
Poi anche quando i genitori dei
ragazzi che si preparano a ricevere i Sacramenti vengono agli incontri,
sono in maggior parte interessati alle cose “tecniche”, come la data
delle Comunioni, la prenotazione del ristorante, il vestito, il fotografo,
ma non si preoccupano di ascoltare le catechesi più adatte ad
accompagnare meglio il bambino o ragazzo verso il Sacramento! Vengono i
soliti, quelli che normalmente praticano la Chiesa. Sì, provi anche
soddisfazione nel parlare con loro, nel rispondere alle domande che ti
pongono, nei suggerimenti che ricevi; ma gli altri, che rappresentano
sempre la maggioranza, subiscono, e non lo nascondono nemmeno.
Toccando il problema dei
festeggiamenti, bisogna stare attenti a non urtare nessuna sensibilità.
È ovvio che ci vuole la festa, è altrettanto vero che ci vogliono anche
i regali, ma è anche vero che tutti li criticano, fino a quando non li
tocchi di persona. Prima e dopo la celebrazione dei Sacramenti nelle loro
famiglie, i genitori, e anche gli altri familiari, dimostrano completa
comprensione e ragionevolezza. Quando però tocca a loro, senti: “Eh,
per mio figlio, tutto!” e anche di più. Meno male che sempre più
parrocchie, per quanto riguarda i festeggiamenti relativi alla Prima
Comunione, richiamano alla ragionevolezza e alla semplicità. Soprattutto
per i vestiti, numerose parrocchie puntano ormai su un vestito semplice ed
uguale a tutti. Certo che il Sacramento va sottolineato, ma qualche volta,
avrai notato anche tu, si esagera. E non si dà importanza all’incontro
con Gesù, al dono dello Spirito Santo, ma si esaltano le cose esteriori e
mondane.
A proposito della preparazione: sono
abbastanza in disaccordo nello svolgere l’insegnamento catechistico come
un gioco. Certo che l’annunzio della Buona Novella deve essere gioioso,
ma è altrettanto certo che alcune cose vanno imparate, e anche a memoria.
I metodi possono essere vari, ma non si può bandire la scuola del
Catechismo, e non si possono fare solo i giochi! Non mi scordo mai un
incontro nell’ambito della visita pastorale del Vescovo con i catechisti
del Vicariato: si cercava in tutti i modi di deridere il metodo scolastico
della catechizzazione dei ragazzi, si invitava a fare in modo di attirare
i ragazzi “all’ombra del campanile” a giocare e divertirsi. Lo
Spirito Santo doveva agire per induzione! Ad un certo momento una donna
abbastanza giovane alza la mano e dice: “Eccellenza,
io da mamma e da catechista contemporaneamente, le chiedo; se i nostri
ragazzi giocheranno sempre, anche al catechismo, quando potranno imparare
che la vita è anche un sacrificio”? L’imbarazzo
del Vescovo fu notevole, ma dopo un’affermazione nella quale cercava di
chiarire come se noi avessimo capito male, sull’argomento non si è più
tornati. Allora qui io chiedo: Quando i ragazzi conosceranno la Storia
della Salvezza? Quando conosceranno i racconti biblici sulla Creazione?
Quando capiranno cosa significava la “mela” nel giardino dell’Eden?
Quando capiranno cosa vuol dire: “Io
sono il Signore, Dio tuo che ti ho fatto uscire dall’Egitto, dalla
condizione di schiavitù”? Quando impareranno I Dieci Comandamenti a
memoria per poter fare, sempre e dovunque, l’esame di coscienza o per
ricevere dalla propria coscienza un richiamo sull’azione che stanno
compiendo? Quando capiranno cosa c’è in questo cerchio bianco di così
importante che la Chiesa espone sull’altare e ci dice di inginocchiarsi
davanti?
La preparazione alla Prima Comunione
deve imprimere nella coscienza del bambino un segno profondo. Deve fargli
capire che ha a che fare non con una semplice “ostia” da mangiare, ma
con Dio da ricevere nell’umiltà e amore! Deve sentire sempre quel santo
desiderio non solo di riceverlo, ma di riceverlo immensamente, con
l’anima pulita e santa. La preparazione al Sacramento della Penitenza
deve far capire al bambino che ha a che fare con la Misericordia di Dio e
la grazia sacramentale, che la Confessione non è un rito “palloso”
dove devi raccontare al prete le tue azioni sbagliate, ma che attraverso
quel Sacramento chiedi perdono a Dio per i peccati commessi. Ma prima devi
capire cosa è un peccato. Stai tranquillo, tante volte non lo sanno
nemmeno i preti…
Su
questo argomento, caro mio, ritornerò ancora, parlando del Sacramento
della Confessione. Qui mi interessava farti notare che la superficialità
nella preparazione dei bambini, in futuro, fruttifica con il qualunquismo
e abbandono dei Sacramenti.
È molto difficile far capire ai
bambini che per ricevere Gesù dobbiamo avere la coscienza pulita,
immacolata, santa. Dobbiamo liberarci dalla colpa provocata dal peccato.
In generale la gente ha perso la sensibilità di sentirsi in colpa davanti
a Dio Santo. Certo! Non sentono il senso della colpa perché non capiscono
la colpa. Non capiscono la colpa, perché? Prova a seguire il mio
ragionamento: L’educazione, senza lo stress e senza le giuste punizioni,
provoca come risultato che tutti si sentono, quasi come dei Superman.
Quando al bambino dicono, fin dai primi momenti di vita, che è il più
bello, più bravo, più furbo, il migliore di tutti, quando il padre e la
madre si svenano per acconsentire a tutti i vizi del figlio, non gli
insegnano che nella vita si deve avere anche una giusta misura e bisogna
essere capaci di sacrifici, si tradiscono tutti i principi di una buona
educazione. Come può tale bambino capire, un giorno, che sbaglia
comportandosi in un certo modo? Come capirà che Dio ha messo precise
regole che non devono essere infrante? Non basta imparare a memoria
l’atto di dolore come se fosse una poesia magica che sana tutto. Si
insiste tanto sull’atto di dolore, soltanto recitato, senza pensarci
sopra. Non si fa capire, in tal modo, il senso della autoaccusa. Mi dirai:
“Cosa può capire, un bambino di dieci anni, quando li parli di
autoaccusa, di colpa e di perdono?” Caro amico, i bambini comprendono più
di quanto noi pensiamo. Invece noi dobbiamo renderci conto che tutto
quello che imparano, durante il Catechismo, per quanto riguarda i
Sacramenti, deve bastare loro per tutta la vita. E non è sufficiente solo
un atto di dolore!
La
festa della Prima Comunione deve essere da tutti sentita come è davvero,
un incontro con Gesù che tu lo inviti nel tuo cuore e Lui vi entra sotto
le Specie Consacrate del pane e del vino. Se non siamo eucaristici, se
nella nostra vita della fede manca una vera testimonianza della nostra
fede in reale presenza di Gesù nell’Eucaristia, non riusciamo mai non
soltanto trasmettere ai bambini queste verità ma saremo poco credibili da
subire e poi rinunziare…
Ecco
come mai anche questa sarebbe una fregatura fatta al bambino… la seconda,
perché se dopo averlo battezzato, non lo abbiamo introdotto nella seria
Vita Cristiana, se non abbiamo insegnato davvero chi è Dio, chi è Gesù,
perché è sceso sulla Terra e come ci è rimasto con noi… è inutile
dire che ti vuole bene, e che la Comunione e una grande festa… Se per un
bambino la festa della Prima Comunione sarà desiderata perché riceverà
tanti regali e non un GRANDE DONO dell’Eucaristia, questa sarebbe una
seconda fregatura
...
Roma
2024
Don Antonio Pyznar
|
|
|
|
NUOVI
TESTI ARRIVANO
PRESTO.... |
|
|
|
|
|
|