Come la penso
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In questa pagina metto alcune mie riflessioni sugli argomenti che mi interessano, che mi stanno al cuore, in poche parole, come la penso...

Se vuoi, mi farebbe piacere sapere come la pensi tu, dopo aver conosciuto il mio pensiero.

Qui sotto troverai i pensieri che toccano gli avvenimenti "storici" ma anche attuali.... 

 

la maggior parte dei testi, per adesso, è nata quando ero parroco nelle Parrocchie  della Diocesi di Pisa, per questo motivo alcuni riferimenti sono legati a quelle realtà... ma sono convinto che possono toccare le realtà dovunque situate... 

La forma di questi scritti spesso somiglia una lettera che ho scritto a un mio amico. 

Tutti questi testi si trovano in un libretto che ho scritto tempo fa con un titolo 

"ADVERSUS HAERESES MODERNE"

Questi testi Ti possono sembrare abbastanza lunghi... ma sono certo che non si può trattare delle cose grandi e serie con poche frasi. Queste cose grandi e importanti devono essere spiegate per bene se no, non si capiscono oppure si capiscono male, senza intendere e poi perdono la serietà... 

BUONA LETTURA!

 

 

... ecco come la penso io....

 

1.

FERMATEVI!

NON SERVONO LE DECISIONI MORALISTICHE

CI VUOLE IL RITORNO ALLA SERIETA’ !!!

 

                     Cerco di seguire i fatti con le quali vive la Nazione quotidianamente. Alcuni mi turbano, altri mi fanno gioire, altri mi lasciano l’indifferente… da ieri sera lottavo con me stesso – “scrivere o non scrivere” mi prudeva la mano e la coscienza… I fatti dello stadio di Catania sicuramente hanno scosso tutti… lo spero… ma c’era contemporaneamente anche un fatto sicuramente non tanto clamoroso, ma in qualche modo legato a questo di Catania… A Calcinaia il prete ha negato il Battesimo a un figlio della coppia convenente. Combattevo con me stesso se scrivere o no…? E se scrivere quale argomento toccare, tuonare contro gli assassini di Catania o difendere la posizione di don Roberto?. Alla fine ho deciso di pregare e lasciar’perdere… Dopo pranzo, andando però al bar per un caffè, ho incrociato un amico che, conoscendo le mie idee mi ha detto:” mi vergogno di essere un Italiano, perché siamo un branco degli ipocriti…”  Qui non sono d’accordo, perché non si può generalizzare…In Italia esiste tanta gente intelligente e brava, ma dato che, anche al mio modesto parere, alla base di tutti i sbagli c’e la ignoranza e la ipocrisia, che davvero non manca da nessuna parte, ho deciso, scrivo!

                 Sicuramente si potrebbe fare due articoli toccando i due argomenti separatamente… io tenterò, rispolverando un mio articolo di qualche anno fa per fare una riflessione e aiutare a riflettere. Qualche anno fa a Pisa dopo una partita è stato accoltellato un ragazzo. Lo scalpore e sdegno erano giustificati. Si moltiplicavano le invenzioni cosa fare, per impedire in futuro i fatti di questo genere. Pareva che tutti sapessero cosa fare… e … non hanno fatto niente o almeno, la dove dovrebbe essere fatto qualcosa, al mio modesto parere, le cose sono peggiorate, e la ipocrisia regna.

                 Ho scritto in quel momento un articolo che ho pubblicato nel giornalino parrocchiale. Adesso con una piccola correzione lo ripropongo sperando, / e la speranza come mi insegnate, deve morire l’ultima/ che serva a qualcosa…

Caro Mario, o in qualsiasi modo Ti chiami…

                   All’inizio voglio giustificare questa mia lettera. L’ultima nostra chiacchierata, è finita senza nessuna conclusione. Riflettendoci sopra ho capito che non si può né generalizzare, né condannare tutto. Mi riferisco ai fatti successi allo stadio di Pisa e dopo in città. Sono anche preoccupato per le soluzioni che mi hai suggerito. Non si può controllare tutto e tutti allo stesso momento. E non si può esigere che tutti guardassero le partite solo alla televisione, perché esiste qualcuno che non sa comportarsi allo stadio e in città. Mi sento di esprimere in questo momento un profondo cordoglio alla famiglia del poliziotto di Catania, invito tutti a pregare per la salvezza della sua anima.

                      Voglio precisare subito che il mio articolo non dovrebbe essere capito come una polemica, e chi io leggerà fino in fondo lo capirà senz’altro.

                       A proposito della Tua affermazione; “La violenza nasce dall’Italia ignorante “… qualche tempo fa ho visto alla televisione un programma con un famoso cantautore Russo, ormai scomparso Bulat Okudzdzawa, durante il quale, gli è stata fatta una domanda: “Cosa ne pensa sui popoli? (Giorgiano di nascita e Russo di cittadinanza). Quale dei due popoli è migliore?… e quale le sta più nel cuore? La sua risposta è stata splendida. Ha risposto così; “ Per me non esistono le nazioni buone e cattive, ma esistono dappertutto le persone buone e cattive”...

                        Io sono convinto che la stessa affermazione dovrebbe essere fatta a proposito dell’ignoranza che troviamo in qualsiasi nazione e in tutti posti.

                        Da qui parto con la mia considerazione dei fatti, dal punto di vista di un Sacerdote. Proviamo a riflettere sul fatto del “moralismo che avanza quando mancano le idee e c’è paura”. Da una parte hai ragione, agire con “moralismo” dopo alcuni fatti clamorosi non dà dei risultati desiderati, perché bisognerebbe, - e qui arriva l’altra pane della verità - insegnare le regole della vita morale, come una prevenzione per qualsiasi occasione. Non si può esigere un comportamento corretto e civile da qualcuno, che non ha ricevuto una giusta dose dell’insegnamento così teorico come pratico. Non ha mai ricevuto gli esempi pratici, da imitare. E qui voglio entrare nel merito di questa mia lettera. Credo di non svelare nessun segreto dicendo che tante persone mi considerano come “prete troppo rigido” e io so, che mi sono guadagnato questo aggettivo, con il modo con il quale affronto certe situazioni. Per esempio sostenendo che; “chi non frequenta la S. Messa domenicale non crede in Dio”, e che; “la domenica serve per il riposo e per la preghiera, e chi lavora la domenica (salvo i servizi sociali, - gli ospedali, l'Enel, i servizi pullman, treno ecc.. ) fa peccato”. Si!, né sono consapevole! Non voglio approfondire qui questo problema, ma desidero toccarlo solo appena per dire che la Grandezza, la Serietà e la Santità della CAUSA che rappresento come Sacerdote richiede da me quella serietà, che voglio dare da parte mia, e devo esigere da chi è stato affidato alla mia cura pastorale. La serietà che dovrebbe essere capita, come il principio della credibilità del Vangelo che devo annunciare.

La mancanza della serietà, dovunque sia è l’inizio della superficialità e dei problemi. E’ inutile cercare altrove anche le cause della crisi della Chiesa. Cara Signore Serena di Calcinaia; è vero che Gesù ha detto; ”lasciate che i bambini vengano a me”… ma ha detto anche; “guai a chi scandalizza questi piccoli” e far vivere i bambini nello scandalo della disobbedienza verso Dio e verso l’insegnamento della Chiesa, non è da sottovalutare.  A questo proposito si possono moltiplicare gli esempi. Qui vorrei, - ritornando al mio tema, soffermarmi per un attimo sul problema del Catechismo, unica fonte dell’insegnamento del comportamento corretto! L’insegnamento del Catechismo è una delle principali sofferenze delle Parrocchie.

                        Nella maggioranza delle nostre Parrocchie abbiamo delle strutture direi ideali per qualsiasi attività di questo genere. Abbiamo i gruppi dei Catechisti abbastanza numerosi, è una cosa molto bella, con un straordinario senso della dedizione all’insegnamento del Catechismo ai bambini e ai ragazzi. Gratis!   L’insegnamento del Catechismo invece “zoppica”, fortemente zoppica!

                          E quali sono le cause?...

                           La causa principale è la superficialità religiosa di alcuni genitori. Alcuni, perché anche qui, non si può generalizzare. Perché comincio dai genitori?. Perché loro sono la principale “causa” della presenza dei loro figli sulla terra... perché, loro, hanno dato la vita a questi bambini, e mentre si preparavano a dar loro la vita, così quella fisica come quella spirituale, cristiana, hanno giurato davanti a Dio in primo luogo, davanti alla Chiesa in secondo luogo, e anche davanti a loro stessi, di impegnarsi in prima persona nella trasmissione della vita cristiana corretta - (leggi -secondo insegnamento della Chiesa), ai loro figli!

 

Dal rito del Matrimonio;

     Siete disposti ad accogliere responsabilmente e con amore i figli che Dio vorrà donarvi, e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?

Gli sposi rispondono; SI.

 

Dal rito del Battesimo...

     Cari genitori, chiedendo il Battesimo per i vostri figli, voi vi impegnate a educarli nella fede, perché, nell’osservanza dei comandamenti, imparino ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha Insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità?

I genitori rispondono; SI!

 

                              Come abbiamo notato si parla della responsabilità!

                              Invece cosa possiamo pensare della responsabilità dei Genitori Cristiani, quando i bambini che cominciano il Catechismo, tante volte non sanno fare neanche il segno della Croce, e figuriamoci qualche preghiera?!  E perché dovrebbero sapere... se i bambini non vedono mai i genitori che pregano?!…

                               Non hanno il tempo, devono fare tante altre cose...

                               Tante volte è capitato che, se il sacerdote o i catechisti non avessero chiesto di cominciare a mandare i bambini al Catechismo i genitori non gli avrebbero mandati per niente… - una “rottura di scatole meno per i genitori cristiani”…

                              Ringraziando il Signore, prendendo delle informazioni dallo Stato d’Anime o grazie alla collaborazione di alcune maestre delle scuole elementari, al momento giusto la Parrocchia si fa viva e ricorda ai genitori cristiani i loro obblighi cristiani, che hanno assunto liberamente verso i loro figli.

                                Ma c’è un altro fattore che spesso e volentieri si presenta nello stesso momento;… le varie associazioni sportive. E qui comincia una serie di problemi seri.

                                Premetto che sono d’accortissimo, ed è ovvio, che lo sport, ma preferirei dire la ginnastica, per i bambini è una cosa molto importante, per tutti i fattori legati al corretto sviluppo del corpo. Ma non può diventare lo sport, di qualsiasi genere, la più importante cosa della vita di un bambino tanto meno più importante del Catechismo!!!

Lasciando a parte la scuola d’obbligo (le ragioni ovvie) il Catechismo, per tutti i Cristiani deve essere la cosa più importante, altrimenti, non sono Cristiani seri! Siccome non sono né Buddisti, ne Maomettani, l’unica possibilità che rimane è che sono atei…. Basta che lo dichiarino apertamente, così si smette una volta per sempre di prenderci in giro, e come si dice “patti chiari, amicizie lunghe”!

                               Il problema che non riesco a capire è questo: perché ad alcuni genitori che si professano cristiani, e che si sono impegnati, secondo le suddette citazioni, bisogna sempre ricordare che non è più importante lo sport dal Catechismo??? Non lo mettono neanche allo stesso livello con lo sport; io sarei felicissimo se le mamme cristiane, mi portassero i loro figli al Catechismo e alla Santa Messa domenicale, con lo stesso fervore e preoccupazione, con i quali gli portano agli allenamenti o alle partite...

E poi si meravigliano, perché quel prete non riesce a capire che il figlio ha gli allenamenti o le partite o le gare varie, e se non c’è lo porta; “l’allenatore brontola”... Ma con rispetto parlando, la causa che rappresenta l’allenatore non può essere lontanamente paragonata con Quella rappresenta da un Sacerdote! Cari genitori cristiani! Solo voi risponderete, davanti a Dio per le scelte che avete fatto per i vostri figli, e per l’esempio che avete dato loro. L’esempio, che dovrebbe essere una testimonianza cristiana della vostra fede in quel Dio, che la Chiesa insegna: la Chiesa, della quale anche voi fate pane, e avete scelto liberamente per i vostri figli. Invece si viaggia su questa superficialità e menefreghismo religioso nelle famiglie così dette “cristiane”, e il prezzo poi devono pagane i bambini. Si, perché dobbiamo renderci conto che le cause degli sbagli dei figli siamo noi, noi, per colpa del nostro permissivismo, perché abbiamo paura di “imporre” a noi stessi prima e a loro dopo, le regole morali, e giustifichiamo le nostre coscienze nel nome della falsa tolleranza, rispetto e crescita senza lo stress.

 

                   Qui, caro Mario, puoi da solo tirare le conclusioni. Allo stadio di Pisa, allo stadio di Catania, e poi in città erano tante vittime. Ci dispiace per le persone che hanno perso la vita, per vetrine rotte e le auto fracassate, ma anche per tutti coloro che non hanno nel cuore nessuna regola morale. Perché anche loro sono le vittime. Le vittime della superficialità religiosa, che andando allo stadio portano il coltello in tasca e l’odio nel cuore. Non capiscono cosa vuoi dire divertirsi da tifosi nel totale rispetto per tutti. Quel rispetto che insegna solo Gesù, quando ci comanda di amare persino i nostri nemici... e figuriamoci gli avversari nella competizione sportiva.

                     Però, quando ci preoccupiamo tanto per salvare la faccia davanti alla gente che ci dovrebbe vedere come i Cristiani per bene… quando ci preoccupiamo solo per le conquiste sportive dei figli e non diamo importanza al fatto che gli stessi figli prima di tutto dovrebbero imparare ad amare Dio e i fratelli… dopo gli errori commessi, a nulla servono “ le decisioni moralistiche”!

 

 

San Prospero 04.02.2007                                                                 don Antonio Pyznar

 

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2.

ATTENZIONE AGLI INGANNATORI!

A tutti i pazienti, -  utenti degli Ambulatori della ASL di Navacchio.

Carissimi!

                 Sono parroco della Parrocchia di San Prospero, sulla quale territorio si trovano presenti Ambulatori della ASL di Navacchio. Anche per questo motivo mi sento in dovere assistere spiritualmente, e non solo, tutte le Istituzioni sul territorio della Parrocchia affidata alla mia cura pastorale.

                 Avendo osservato da tanto tempo che davanti l’ingresso del edificio degli Ambulatori sono spesso presenti i Testimoni di Geova, ho deciso di scrivere alcune informazioni per persuadere chiunque eventualmente non sarebbe al corrente, chi esattamente sono queste persone e cosa vogliono proprio qui. 

                 Ovviamente tutti siamo liberi e responsabili delle nostre scelte, ma una parola di informazione e conforto da parte del Pastore delle Anime è assai doverosa e giusta. In primo luogo mi sento in dovere di sottolineare che noi, tutti Cristiani Cattolici facciamo parte della Chiesa di Gesù Cristo, con Lui direttamente unita attraverso la Successione conservata e mai interrotta cominciando dagli Apostoli fino al Sommo Pontefice attuale Benedetto XVI, successore di Pietro Apostolo, e Vicario di Gesù in Terra. I Testimoni di Geova invece sono una setta fondata in America nel 1879. Ecco cosa dice l’Enciclopedia sul loro conto:

                  Testimoni di Geova, nome degli aderenti a una setta religiosa fondata negli U.S.A. dal Charles Russel nel 1879. Conta circa 1.500 000 proseliti viventi per la maggioranza

negli USA (in Italia ve ne sono ca. 5.000,  parecchi dei quali emigrati o figli di emigrati). i T.di G. si sottraggono ai doveri del servizio militare; rifiutano la trasfusione di sangue (anche per salvare la vita); rifiutano i trapianti degl’organi, credono nella prossima fine del mondo. Ritengono che dopo la morte i buoni vivono per 1000 anni in una sorta di paradiso terrestre e i malvagi dormono il sonno pesante dei trapassati. Trascorsi i mille anni tutti risorgeranno a nuova vita di eterna giovinezza e di totale benessere. Non credono nella divinità del Cristo le pratiche del loro culto sono; il battesimo le preci e i canti in comune.

Carissimi.

Senza critica oppure le ingiuste accuse, vorrei suggerire a tutti di stare attenti a non farsi ingannare dalla astuzia, furbizia e insistenza che usano i Testimoni di Geova verso tutti, ma soprattutto verso le persone oppure le famiglie nelle difficoltà con la propria identità religiosa. Sappiamo che può capitare un momento difficile o triste che qualche volta ci tocca vivere. Ecco perché gli trovate spesso qui, dove tante persone entrano o escono preoccupate per la salute e non preparate ad affrontare i discorsi sulla giustizia e sull’amore di Dio. Prima di tutto non vi mettete mai a discutere con loro, perché sono cresciuti, educati ed addestrati per tirarvi nei discorsi dai quali vi sentireste sempre nelle difficoltà di uscire. Sono molto abili per mettere in crisi la vostra ingenua fede e poi sfruttano il vostro fidarsi al fine di conquistare i nuovi adepti della loro setta. Dal punto di vista della dottrina, sono i numerosi sbagli che “insegnano”, per la cattiva e sbagliata interpretazione della Sacra Scrittura, basta considerare il fatto che nessuna seria traduzione della Bibbia è stata fatta con la partecipazione dei Testimoni di Geova. Non fatevi ingannare ne dalle belle parole che usano ne dalla costanza con la quale bussano nelle vostre porte, o si presentano vicino a luoghi come questo… Non voglio toccare il fatto della retribuzione /da loro negata/ per ogni persona che conquistano, anche loro stessi sono ingannati dai loro capi.

 Nel libro “ Apparenza e realtà dei Testimoni di Geova” autore Marinelli, edizione. Carrara, scrive;

 >> Il geovismo è nato come società per azioni e tale rimane oggi: nell’Annuario dei Testimoni di Geova, 1976, pag. 91, si parla di “adunanza annuale degli azionisti”. Tutto è finalizzato a vendere e ad accumulare denaro. Si tratta di una colossale struttura economica e finanziaria da fare invidia e concorrenza ai più grandi complessi multinazionali, con interessi favolosi <<.  

         Può capitare che qualcuno vivendo, una crisi di coscienza oppure crisi dell’identità religiosa, sente un bisogno della ricerca della verità altrove. Non voglio esagerare, ma sono convinto che una bella chiacchierata con un giusto confessore potrebbe bastare, altrimenti e meglio confrontarsi con i Buddisti, in questa filosofia almeno c’è un pò di serietà filosofica, quella che manca nella setta dei Testimoni di Geova.

Andando con i Testimoni di Geova  devi;

-                                rinunciare a qualsiasi simbolo della fede, la Croce, il Presepe i Santi,

-                                rinunciare alle feste annuali tipo Natale, Epifania, Pasqua, Corpus Domini,

-                                rinunciare al conforto nella figura materna della Maria Santissima,

-                                rinunciare alla Prima Comunione e Cresima,

-                                rinunciare all’incontro con Dio Misericordioso nella Confessione,

-                                rinunciare al conforto sacramentale nell’unzione degl’Ammalati,

-                                rinunciare al funerale e sepoltura cristiana,

-                                e soprattutto rinunciare alla vita nella felicità eterna con Gesù e la Madonna,

Ne vale la pena???

Cristo - Dio ammonisce:

 “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono i lupi rapaci”        /Mt. 7,15/

S. Paolo scrive: “Mi raccomando, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontano da loro. Costoro infatti non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici”     /Rom. 16,17/

S. Giovanni, l’Apostolo dell’amore, afferma: “Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento (ossia non riconosce che Gesù è Dio), non ricevetelo in casa”     /2Gv. 10/

Carissimi.

Ho scritto queste parole sinceramente preoccupato per la vostra fede, che può essere minacciata dalla insistenza di questi fratelli erranti. State attenti! Ma se a qualcuno serve un altro appoggio, scaricate pure la responsabilità sulle mie spalle e non mettetevi neppure ad ascoltare le loro ragioni. Siete pure autorizzati ad affermare che il vostro parroco vi ha proibito di parlare con i Testimoni di Geova. Per questo, se fosse sbagliata la mia posizione e idea, voglio rispondere di persona davanti a Dio, così come sono obbligato davanti a Dio di insegnarvi la Verità.

Vi saluto con un affetto paterno, e di cuore vi benedico.

                                                                                                   In fede

San Prospero – Maggio 2007                                                                don Antonio Pyznar

                                                                                                         Il parroco

P.s.

Chi desidera sapere di più, ecco la fonte attendibile sull’ Internet:

http://it.wikipedia.org/wiki/Testimoni_di_Geova

 

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3

DEDICATO AI GIOVANI...

 

Queste frasi ho letto sulla lettera di San Timoteo nel capitolo 4;

  Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole.

     Sono le frasi dedicate alle persone come me, che sono state scelte per annunciare la Parola di Dio e guidare il Suo popolo. E siccome per me è un forte richiamo… ho deciso di scrivervi.

     Ho riflettuto tanto, credetemi, prima di scrivere questa lettera. La scrivo a tutti i ragazzi che in qualche modo ho guidato dal momento del mio arrivo a San Prospero e poi a Navacchio, e con i quali ho perso il contatto non solo visivo… La scrivo anche a quelli che avrei dovuto guidare in forza del mandato ricevuto e la successione accettata. Sono consapevole che la mia lettera susciterà diverse emozioni, ma dichiaro subito, come sempre mi assumo pienamente le mie responsabilità e sono disposto a qualsiasi discussione sull’argomento e anche ulteriori chiarimenti. Alcuni di voi hanno frequentato altre parrocchie fino alla Cresima, allora scrivo a loro come se fossi il parroco che gli ha guidato fino alla Cresima.

L’idea primaria di questa lettera è un forte richiamo alla serietà dell’impegno di fede.

     Forse questa lettera aiuterà qualcuno nella decisione, se seguire ancora la strada nella quale è stato inserito con il battesimo… o assumendosi le responsabilità per le conseguenze della propria decisione interrompere lo “stato di presa in giro”.

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Caro… Giovanni o Lucia !

      Se dovessi esprimere il sentimento che mi ha spinto di scrivere questa lettera… ti dichiaro che lo faccio in forza di amore fraterno e anche la preoccupazione per il tuo progresso spirituale, e in fine la tua salvezza. Dio esiste! Non voglio giudicare nessuno, è Dio che giudicherà tutti secondo le Sue regole di misericordia. Il mio dovrebbe essere un intervento in forza della facoltà del parroco e padre della comunità nella quale vivi e fai parte. L’insegnamento catechistico che ti ho fatto con l'aiuto dei catechisti mi dà un altro titolo a fare un ragionamento sulla tua vita di fede. Mi rivolgo a te richiedendo la tua attenzione a quello che hai dichiarato facendolo liberamente davanti a me preparandoti al sacramento della cresima, che tu hai chiamato sacramento della confermazione. Tu hai confermato la tua appartenenza alla comunità cristiana ed è anche questo che mi dà il titolo al presente intervento.

Carissimo

     La fede non è questione di opinioni ma l'obbedienza alla Parola di Dio liberamente scelta come il programma di vita, accettazione dei valori che essa insegna e coerenza di vita secondo questi valori.

 

In poche parole, caro… Giovanni o Lucia,

                             non per giudicarti, ma siccome spetta a me di insegnarti come anche di verificare la tua risposta a questo insegnamento, da parte mia io faccio il mio dovere. In primo luogo l'o fatto, dandoti un insegnamento di base-catechismo, ora come un padre attento ai bisogni dei figli cerco di notare, anche se da lontano, i tuoi progressi. Sei ormai Cristiano adulto, hai ricevuto il sacramento della cresima. Io ho dichiarato davanti al vescovo che tu sei pronto a diventare un cristiano adulto… noto però con un grande dispiacere la tua scarsa risposta al messaggio di Cristo. Certo che, come ogni persona, sei tu responsabile per le scelte della tua vita. Dato però che la fede non è un fatto personale ma fa parte della chiamata alla vita comunitaria, in forza della comunione con Cristo e con i fratelli mi permetto - perché ho questa facoltà- ad un fraterno e benevolo richiamo. "Infatti come il corpo senza lo spirito è  morto, così anche la fede senza le opere è morta." /Gc. 2, 26 /       La fede per esistere deve essere alimentata con una pratica religiosa di qualsiasi tipo. Non parlo solo della Messa domenicale ma mi riferisco alla vita sacramentale il generale.. la pratica religiosa per un cristiano dovrebbe essere una cosa così normale come respirare l'aria per qualsiasi essere vivente. Se no, si muore. Mi rivolgo al tuo senso di responsabilità. Nulla per forza! Soprattutto mai per forza le opere di pratica religiosa. Né per forza, né - peggio ancora - solo per convenienza. Alludo a questi casi e queste situazioni dove si presentano le persone solo in alcune occasioni per " prendere " i sacramenti come se la Chiesa e la Parrocchia fossero soltanto i " distributori " freddi dei servizi sacramentali intesi come incantesimi magici. Invece per celebrare degnamente e validamente un sacramento, ci vuole una vita sacramentale, altrimenti è soltanto un rito vuoto e presa in giro.

Carissimo

                   rispettati e fatti rispettare. Con grande rispetto da parte mia verso la tua libertà ti prego sii coerente sempre e fino alla fine. Se ami Dio e ti interessa la vita cristiana corretta, comincia a viverla così come ti abbiamo insegnato nel catechismo. Non credo che tu abbia seguito il catechismo per subirlo fino alla cresima, e una volta libero da questo peso non ti interessa più. Perché se fosse così, come noi ti rispettiamo, rispettaci anche tu. Non venire solo per l'occasione. " La preghiera forzata Dio non gradisce ". Sposare in chiesa per la bellezza del posto, fiori, organo le luci, sa di presa in giro… e poi, senza la profonda consapevolezza di celebrare un sacramento, non è valido. Il matrimonio civile è un contratto valido per tutti. Il sacramento per essere valido richiede la vita sacramentale prima e dopo. Siamo sinceri; convertirsi solo per quel momento e per quella occasione fa ridere. Questo vale per tutti i sacramenti.

     Carissimo,   sii coerente e coraggioso non farti manipolare da nessuno. Segui Gesù e  la Sua Chiesa, e avrai la tua soddisfazione dalla fede praticata sul serio. Dio esiste e ha fondato la Chiesa per guidare la vita dei Cristiani. Ha detto Gesù; "Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato"./Lc 10,16/        Rifletti e decidi. Io sono qui, e noi siamo qui per te, per aiutarti a capire e vivere la tua fede, ma non prenderci in giro. Essere amato per convenienza, non piacerebbe neanche a te,  sono certo. E per concludere di nuovo la frase detta da  Gesù; “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”. /G. 14,21/

 

Ti invito… e di cuore ti benedico

                                                                                  don Antoni Pyznar

 

San Prospero – un giorno qualsiasi… sempre attuale! 

 

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I testi qui sotto consegno a chi si presenta nell'Ufficio Parrocchiale chiedendo la celebrazione del Sacramento... e io ho dei dubbi sulla sua fede...   per me è un tentativo di ricuperare il possibile, ma soprattutto di ricuperare la serietà...!

 

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4

IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO.

   Carissimi.

 

          Se leggete questa lettera, vuol dire che avete chiesto di battezzare il vostro figlio, e la realtà è questa che; o non ci conosciamo perché siete arrivati nella nostra Parrocchia (nuovi Parrocchiani), e non vi siete ancora presentati nemmeno per la Santa Messa domenicale... o non siete Cristiani, oppure non siete Cristiani praticanti… e questo comincia creare un problema.

         Per evitare le incomprensioni, discussioni a vuoto - dove si ribadisce le proprie idee -  inutili e spiacevoli litigi… ecco che ho scritto questa lettera, che dovrebbe spiegare le cose come stanno, e dare a Voi la possibilità di una tranquilla riflessione... A me, intanto, la garanzia di non essere o capito male o giudicato “non alla mano”… ma anche, nel caso di un eventuale vostro ricorso ai miei superiori, la certezza e chiarezza della mia posizione.

          La fede non è una questione delle opinioni… ma l’obbedienza a Dio e al Suo insegnamento, consegnato alla Chiesa.

         La fede!… certo che non vi voglio fare qui una catechesi sulla fede… essendo Cristiani, è vostro impegno coltivare la fede e non soltanto per le occasioni come questa, ma sempre… La fedeltà e la testimonianza sono le cose che scrutano la qualità della nostra fede.

                       ………………………………………………………………………..

         Ogni persona ha diritto di chiedere il Battesimo, basta che lo faccia liberamente e con la convinzione, ma se è minorenne o neonato, sono i genitori oppure i legittimi “custodi” o educatori a richiedere questo Sacramento a suo nome. /Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica (CdCC);  1246, e seguenti… Codice del Diritto Canonico (CdDC) 864, 867, 868!  855, /

Carissimi!

            Ogni scelta produce le conseguenze. Quando si tratta di scegliere per se stessi… ogni persona si assume la responsabilità di subire le conseguenze della propria scelta, e qui non ho nulla da aggiungere. Quando si tratta però di un’altra persona per la quale dobbiamo o vogliamo fare le scelte, e soprattutto quando questa persona non si rende conto, o ancora non si rende conto di conseguenze della nostra scelta per lei… noi siamo obbligati moralmente di vigilare affinché  questa persona per la quale facciamo le scelte non subisca una “fregatura”. Vi chiedo scusa per la parola ma credo che questa rende molto bene l’idea che voglio esprimere.

 

Dal Codice del Diritto Canonico;

     Can. 868 - §1. Per battezzare lecitamente un bambino si esige:

1)      che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano;

2)      che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori.

                 Come non posso avere i dubbi sulla futura educazione nella Religione e Fede Cattolica, del Vostro bambino, quando Voi state lontani da questa educazione…? Che testimonianza date al vostro bambino…?  Perché volete mettere sulle spalle dell’innocente bambino il fardello sacramentale che voi stessi non volete portare…?

Carissimi!

                 Trattandosi della fede, si tratta di una cosa comunitaria e non privata. Chiedendo il battesimo chiedete che il vostro figlio sia incorporato in questa comunità della Chiesa Cattolica, dove vige la Legge Divina! Dove i Dieci Comandamenti sono la base, e dove la disobbedienza è peccato.

                E’ una cosa sbagliatissima affermare che;  “… intanto lo battezzo e poi in futuro sceglierà da se”! Per una scelta giusta dovrebbe essere preparato a scegliere Gesù , la Sua Chiesa e la vita eterna… ma come potrà scegliere se da subito non avrà una giusta testimonianza da parte vostra…?  Ecco la “fregatura”!;  anagrafìcamente sarà un Cristiano, ma di fatto vivendo nella famiglia dove la religione e la fede non è praticata non imparerà praticarla e, come lo dice chiaro San Giacomo;         “la fede senza le opere è morta”  /Gc. 2, 26  /

                Durante il rito del Battesimo dovreste rispondere in modo affermativo che; “ vi impegnate a educarlo nella fede perché nel osservanza dei comandamenti impari ad amare Dio e il prossimo come Cristo ci ha insegnato”… come potete, nella serietà, affermare una cosa di questo genere, quando non lo fate nella vostra vita? Il Battesimo è una cosa seria, non si battezza una persona per modo di dire o per far vedere alla gente… ci vuole la convinzione sacramentale!

               La mia esperienza sacerdotale mi insegna fin troppo bene cosa vuol dire avere da fare con le famiglie dove i genitori non sono praticanti… dove i bambini vengono “scaricati” per il Catechismo Parrocchiale o per le Sante Messe. Si, scaricati, perché i genitori gli accompagnano, per es. per la Santa Messa, sotto la porta della chiesa e dopo la Santa Messa vengono a riprenderli… e il povero figliolo impara da piccolo cosa vuol dire credente non praticante, ma non impara ad essere obbediente a Dio e alla sua Legge per avere la Salvezza Eterna… e quando arriva all’età dell’adolescenza dove, si, dovrebbe fare le sue scelte… come può scegliere senza provare le crisi di coscienza vedendo la dissonanza tra la vita e le chiacchiere dei suoi genitori…

              Certo che ha un grande senso il Battesimo di neonati. Lo afferma l’insegnamento del Magistero della Chiesa a partire dal Canone 867 / CdDC/. Ma in certi casi sarebbe meglio lasciar stare il bambino così come è nato, far vedere nella serietà tutti gli aspetti della vita così laica come religiosa… e poi dopo avergli dato una seria e famigliare testimonianza fargli scegliere senza le fregature nascoste!

Carissimi.

            Con queste parole non Vi dico NO definitivo… anzi spero che dopo una adeguata riflessione vi rendete conto dove avete sbagliato. Io sono qui appositamente per intraprendere con voi anche personalmente un cammino di fede che oltre regolarizzare la vostra posizione davanti a Dio, vi darà la possibilità di dare al vostro figlio una giusta, cristiana testimonianza della vita. Questa sarebbe la garanzia di ritrovarci un giorno insieme con i vostri figli nella felicità eterna dove Gesù, il nostro Salvatore ha preparato un posto per i suoi figli fedeli!

               Qui ho esposto la mia posizione che è secondo la Dottrina Cristiana Cattolica, - se vi riconoscete in questo, vi aspetto con gioia!

 

E intanto di cuore vi benedico!

 

San Prospero /qualsiasi giorno- valido sempre/                                    don Antoni Pyznar

                                                                                                                Il parroco

 

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5.

IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO.

Carissimi.

          Se leggete questa lettera, vuol dire che avete chiesto di sposare in Chiesa con il Sacramento del Matrimonio, e la realtà è questa che; o non ci conosciamo perché siete arrivati nella nostra Parrocchia (nuovi Parrocchiani), e non vi siete ancora presentati nemmeno per la Santa Messa domenicale... o non siete Cristiani, oppure non siete Cristiani praticanti… e questo comincia creare un problema.

          Per evitare le incomprensioni, discussioni a vuoto - dove si ribadisce le proprie idee, inutili e spiacevoli litigi, ecco che ho scritto questa lettera che dovrebbe spiegare le cose come stanno, e dare a voi la possibilità di una tranquilla riflessione. A me intanto la garanzia di non essere o capito male o giudicato non alla mano… ma anche in caso di un eventuale vostro ricorso ai miei superiori la certezza e chiarezza della mia posizione.

          La fede non è una questione delle opinioni… ma l’obbedienza a Dio e al Suo insegnamento, consegnato alla Chiesa.

          La fede… certo che non vi voglio fare qui una catechesi sulla fede… essendo Cristiani è vostro impegno coltivare la fede, e non soltanto per le occasioni come questa, ma sempre… La fedeltà e la testimonianza sono le cose che scrutano la qualità della nostra fede.

………………………………………………………………………………………………………

           Ogni Cristiano libero ha diritto di essere sposato in Chiesa con un Sacramento. Cfr.:

 - Codice di Diritto Canonico /CdDC/ 1058

- Catechismo della Chiesa Cattolica /CdCC/; 1625   

Carissimi,

          non è la mia intenzione di turbare la vostra tranquillità e soprattutto la gioia con la quale /sono sicuro/ avete deciso di unire le vostre vite. Consapevole della serietà del Sacramento che chiedete,  e consapevole della mancanze della vostra vita sacramentale, ecco che vi offro con la presente un po’ di riflessione sul argomento.

         Qualche anno fa ho scritto una lettera che ho mandato a tutti i ragazzi delle mie Parrocchie ma soprattutto ho dedicato quella lettera a quei ragazzi che dopo la Cresima hanno abbandonato la loro pratica religiosa. Personalmente sono più che convinto che chi non pratica la religione - ha abbandonato la fede.  Cfr. /CdDC/ 1071 p.4

       Come scrive lo stesso Apostolo Giacomo “… la fede senza le opere è morta!” /Gc. 2,26/         

             Per celebrare consapevolmente e validamente il Sacramento del Matrimonio bisogna avere la vita sacramentale, e per avere la vita sacramentale ci vuole la praticare della fede secondo le parole di Gesù che la Santa Madre Chiesa ci trasmette e insegna.    

          Vi ripropongo alcuni passi della suddetta lettera…

           “La fede per esistere deve essere alimentata con una pratica religiosa di qualsiasi tipo. Non parlo solo della Santa Messa domenicale ma mi riferisco alla vita sacramentale il generale.. la pratica religiosa per un cristiano dovrebbe essere una cosa così normale come respirare l'aria, per qualsiasi essere vivente. Se no, si muore. Mi rivolgo al tuo senso di responsabilità. Nulla per forza! Soprattutto mai per forza le opere di pratica religiosa. Né per forza, né - peggio ancora - solo per convenienza. Alludo a questi casi e queste situazioni dove si presentano le persone solo in alcune occasioni per " prendere " i Sacramenti come se la Chiesa e la Parrocchia fossero soltanto i

"distributori " freddi dei servizi sacramentali intesi come incantesimi magici. Invece per celebrare degnamente e validamente un sacramento, ci vuole una vita sacramentale, altrimenti è soltanto un rito vuoto e presa in giro.

Carissimo

                   rispettati e fatti rispettare. Con grande rispetto da parte mia verso la tua libertà ti prego sii coerente sempre e fino alla fine. Se ami Dio e ti interessa la vita cristiana corretta, comincia a viverla così come ti abbiamo insegnato nel catechismo. Non credo che tu abbia seguito il catechismo per subirlo fino alla Cresima, e una volta libero da questo peso non ti interessa più. Perché se fosse così, come noi ti rispettiamo, rispettaci anche tu. Non venire solo per l'occasione.

 "La preghiera forzata Dio non gradisce ". Sposare in chiesa per la bellezza del posto, i fiori, l’organo le luci, sa di presa in giro… e poi, senza la profonda consapevolezza di celebrare un Sacramento, non è valido. Il matrimonio civile è un contratto valido per tutti. Il Sacramento per essere valido richiede la vita sacramentale, prima e dopo. Siamo sinceri; convertirsi solo per quel momento e per quella occasione fa ridere. Questo vale per tutti i Sacramenti.

Carissimo,

              sii coerente e coraggioso non farti manipolare da nessuno. Segui Gesù e  Sua Chiesa, e avrai la tua soddisfazione dalla fede praticata sul serio. Dio esiste e ha fondato la Chiesa per guidare la vita dei Cristiani. Ha detto Gesù; "Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato". /Lc 10,16/        Rifletti e decidi. Io sono qui, e noi siamo qui per te, per aiutarti a capire e vivere la tua fede, ma non prenderci in giro. Essere amato per convenienza, non piacerebbe neanche a te,  sono certo. E per concludere di nuovo la frase detta da  Gesù; “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”. /G. 14,21/

              Sono sicuro che queste parole sono attuali anche per voi… Tutti conosciamo a memoria le critiche verso quelli che praticano per essere visti… che si convertono per occasione, e poi… come prima non si vedono più. Tutti sappiamo che questo stato di vita si chiama “la ipocrisia”. La vita è una cosa seria e così va vissuta nella serietà. Il Sacramento del matrimonio e un impegno serio! Soprattutto sapendo che è unico e indissolubile! L’impegno per tutta la vita! Il segreto di riuscita sta nel stretto contatto con Dio e con la sua Chiesa.

Carissimi. 

              Le parole qui scritte dovrebbero servire per un richiamo alla serietà. Ribadisco che in alcuni casi, forse anche nel vostro, sarebbe meglio per adesso, sposare solo con il rito civile /in Comune/. Dopo, non abbandonare il pensiero di celebrare il Sacramento, ma prima, ritornare sul serio alla pratica della vita sacramentale.          

              Con queste parole non Vi dico NO definitivo… anzi, spero che dopo una adeguata riflessione vi rendete conto dove avete sbagliato. Io sono qui appositamente per intraprendere con voi anche personalmente un cammino di fede, per regolarizzare la vostra posizione davanti a Dio. Questo fatto vi darà, un giorno, la possibilità di dare anche ai vostri figli una giusta, cristiana testimonianza della vita. Questa sarebbe la garanzia di ritrovarci un giorno insieme con i vostri figli nella felicità eterna dove Gesù, il nostro Salvatore, ha preparato un posto per i suoi fedeli!

               Qui ho esposto la mia posizione che è secondo la Dottrina Cristiana Cattolica, - se vi riconoscete in questa, vi aspetto con gioia!

E intanto di cuore vi benedico!

San Prospero /qualsiasi giorno- valido sempre/                              don Antoni Pyznar

                                                                                                         Il parroco

 

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6

SULLA BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE   

 

Carissimi!

               La festa dell’Epifania ha richiamato la nostra attenzione al fatto del primo contatto di Neonato Figlio di Dio con i popoli del mondo, rappresentati dai famosi Re Magi. Nelle loro figure, come ci insegna la Chiesa, sono rappresentati quelli, che con il cuore pronto e sincero cercano Dio. Non è una cosa facile, e non è una cosa semplice… come non era né semplice né facile nemmeno per loro. La loro tenacia, però, è stata premiata da un incontro con unico Salvatore, il Verbo di unico Dio, Gesù Cristo! Il racconto di questo avvenimento lo troviamo all’interno del racconto evangelico. Là, nella Sacra Scrittura, nella Bibbia, troviamo la verità sul fatto che è Dio stesso che fa il primo passo verso l’uomo che lo cerca. Al tempo dell’Antico Testamento, Dio comunicava con gli uomini attraverso i Profeti, e quando è arrivata la “pienezza del tempo”, Dio fa un passo decisivo verso l’umanità che lo cerca diventando un uomo, facile da trovare, facile da incontrare. Il problema, questo da sempre, sta nel fatto che Dio aspetta una risposta da parte di ogni persona! Una risposta semplice, convinta, e soprattutto libera. L’esempio dei Re Magi, ci invita a non stare immobili e aspettare che Dio ci cerchi e trovandoci ci salvi senza la nostra attiva collaborazione… Noi dobbiamo muoverci e rispondere alle proposte che Dio continuamente ci offre per arrivare alla unica e decisiva risposta che conta…, la risposta alla Sua domanda; se vogliamo essere salvati e vivere nella felicità eterna?

               Con questa introduzione, alludo, come sicuramente vi siete accorti, alla pratica religiosa che tra poco ci toccherà rifare… la Benedizione delle Famiglie!

                Personalmente sono più che convinto che non si deve mai fare nulla per forza, senza convinzione e dato per scontato. Da tutte le pratiche, che si possono chiamare religiose, dobbiamo cercare di tirare fuori un beneficio spirituale e sempre maggiore convinzione e attaccamento alla fede e a Dio. Ribadisco sempre, che la Benedizione Pasquale, non è né Benedizione delle case né la raccolta dei soldi per le necessità parrocchiali. La Benedizione Pasquale è la Benedizione delle Famiglie Cristiane, un incontro del Parroco con i suoi Parrocchiani.

                 Non serve a niente spruzzare l’acqua benedetta sulle mura e sulle case vuote… serve invece fare le cose sensate, allora, un incontro di preghiera all’interno delle mura domestiche dove la Famiglia dei Cristiani vive la sua quotidianità e intimità. La benedizione della Famiglia deve essere voluta e vissuta, ma non subita! Dobbiamo ritornare a fare le cose con la consapevolezza di quello che significano e a che cosa servono. Cercando sempre il senso in qualsiasi pratica religiosa.

                Ormai con diversi anni di esperienza, ritenendomi abbastanza coraggioso, da quest’anno vi propongo un nuovo modo di celebrazione della Benedizione delle Famiglie – incontro con il Parroco! Una pratica antica, che ha perso tanto del suo significato e non viene più sentita e celebrata così come dovrebbe essere.

                Come ho accennato all’inizio di questa lettera, nella nostra vita religiosa e spirituale, è molto importante la nostra risposta… Dio ci parla continuamente attraverso la Chiesa, attraverso i Sacramenti, attraverso le pratiche religiose e anche le usanze, ma aspetta la nostra risposta pronta e libera, nella quale dobbiamo esprimere la nostra volontà.  “La nostra risposta! ”….

Carissimi!

               Prendendo in considerazione il fatto che non siamo nel Terzo Mondo /con tutto il rispetto verso qualsiasi parte che avrebbe il diritto di essere chiamata così/ e non siamo nemmeno nella Terra di Missione, con il classico significato di questo nome. Per questi motivi, essendo consapevole di avere da fare con la gente, per la quale l’idea di Dio, della Chiesa Cattolica, e delle sue tradizioni non è nulla di nuovo, tento di ricavare qualcosa di utile spiritualmente dalle tradizioni che ancora sono in usanza.

               Il mio tentativo dovrebbe servire come un invito a tutti ad una riflessione, anche un dibattito, una ripresa di coscienza e alla più viva partecipazione nella vita della Chiesa e nelle sue tradizioni, liberamente accettate e vissute con un dovuto senso. Vi invito ad una piccola collaborazione.!

               Tra qualche giorno o anche settimana, riceverete un foglio con un tagliando. Sul foglio riceverete un annunzio della benedizione prevista nel vostro indirizzo, nella vostra via specifica che in pratica sarà quasi sempre lo stesso itinerario di tutti gli anni. La mia richiesta è di rispondere recapitando il tagliando in ufficio parrocchiale. /nella cassetta della posta, dopo le Sante Messe domenicali o feriali, / o in qualsiasi altro modo, basta farmelo avere!

                Sul tagliando mi scriverete il nome della famiglia e confermate la volontà di ricevere la benedizione impegnandovi ad essere presenti i più numerosi componenti della famiglia. Così voi mi confermate che avete preso atto dell’rito e della data, a  me servirà anche come il certificato che la volete e che avete avvisato tutti i componenti della famiglia. Nelle nostre Parrocchie sono sempre più numerosi i nuovi arrivati che magari provengono da altre realtà e non conoscono le nostre tradizioni… questo servirà anche ad evitare questi spiacevoli momenti che, io presentandomi alla porta mi sento un intruso, e devo giustificare la mia presenza... Il tagliando che mi recapitate che per me avrà anche il significato di un invito da parte vostra, sarà un piccolo passo, una piccola collaborazione e testimonianza sempre più chiara, di chi le cose vuole fare con la partecipazione, riflessione, e consapevolezza.

                  Per me sarà anche una specie di sondaggio e aiuto ad organizzare il percorso.

Attenzione!

1)      – non vado a suonare le porte delle Famiglie e dei indirizzi che non hanno restituito il tagliando all’ufficio parrocchiale!

2)      – state pur sicuri che da parte mia e dei miei collaboratori faremo tutto il possibile per contattare le persone sole, anziane o sole e ammalate, alle quali far mi recapitare il tagliando sarebbe difficile

                                 TUTTI GLI ALTRI DEVONO FARE DA SE 

             E’ un modo nuovo, sono consapevole, ma sono sempre più consapevole che bisogna fare di tutto per le nuove forme di “ricerca della centesima pecorella”. Vi ricordo anche una bellissima parola di Gesù che non obbligava nessuno a farsi seguire, anzi a tutti parlava delle difficoltà che devono affrontare  /conf. Mt. 8, 19-20/  e chi chiedeva delle spiegazioni diceva con dolcezza ma anche con fermezza e convinzione  “ SE VUOI”!… Anche voi, se volete.. avrete tutto… anche la Salvezza eterna! Ma la dovete volere, cercare e desiderare. Nulla per forza e nulla dato per scontato!

Vi auguro un bel Carnevale e una giusta preparazione alla Santa Pasqua!

                                                                          In fede

PISA, un anno qualunque                                        

                                                                                                                  Il Parroco

 

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PER UN NUOVO ANNO CATECHISTICO 

7

A TUTTI I PARROCCHIANI!

Carissimi!

 

                   Come tutti gli anni, dopo un riposo estivo arriva il tempo dei “normali” impegni quotidiani; il lavoro, la scuola, il catechismo. Nel tempo della Sagra Sanprosperina sfrutto l’occasione per mandare a tutte le famiglie, questa lettera, per dare qualche richiamo, qualche annunzio importante riguardante i vari impegni che sono legati alla nostra vita cristiana.

                   Ovviamente al primo posto dovrebbe essere la fedeltà alla Santa Messa domenicale e festiva. Da qui dovrebbe cominciare e qui si dovrebbe cercare il senso ad ogni impegno della vita cristiana, Una volta capito questo… tutto il resto si mette al proprio posto… posso scommettere con tutti! Basta considerare che già nell’antichità quando non esisteva ancora il Cristianesimo e non si celebrava l’Eucaristia, Dio nel terzo comandamento ha messo una sottolineatura “ricordati”…

Carissimi.

                  Lo spazio di una lettera non è capace di contenere tutte le spiegazioni per far capire questo, allora come sempre vi invito a seguire le attività della Parrocchia per avere la costante possibilità di confronto con La Parola di Dio e l’insegnamento della Chiesa, per poter mantenere alto livello della propria vita spirituale, ma dove questa mancasse, per avere sempre la possibilità di essere istruiti, per un costante progresso.

                                  Non basta sapere che Dio esiste, per ottenere la Vita Eterna.

                  Il Battesimo che ci lega tutti tra noi ma soprattutto che ci lega con Dio, dovrebbe essere per noi un continuo richiamo a vivere nella serietà, secondo le conseguenze di questo Sacramento che è unico a darci la possibilità della Salvezza, di vivere in eterno.

                  Soprattutto nel mondo che ora viviamo, essere Cristiani seri e corretti non è una cosa facile, non è però neanche impossibile, tutto dipende da quello se siamo interessati o no… ma direi ancora meglio; di che cosa siamo interessati…

Carissimi,

                sia certo che mi rivolgo a tutti, ma mi rivolgo soprattutto alle famiglie giovani, e in particolare a quelle che hanno i bambini piccoli, di qualsiasi età. Il loro futuro è nelle nostre mani, prima dei genitori e poi di educatori di tutti i livelli. Certo che è importante il loro progresso intellettuale e fisico… ma le famiglie cristiane al primo posto dovrebbero mettere la loro crescita spirituale. Dio e il Suo Insegnamento non dovrebbe essere messo nel”opzionale” ma dovrebbe essere la base, a questo punto tutto il resto avrà un valore giusto.

                Non tenete lontani dalla Chiesa i neonati, battezzati o non battezzati ancora. Venite alle Sante Messe insieme con loro. Non abbiate ne paura ne timore se piangano, è il diritto del bambino piangere… e meglio in una chiesa sentire il pianto dei bambini che le chiacchiere di quelli che non sanno pregare… Le belle e giuste “abitudini” si imparano dai primi momenti della vita!

                Come sempre, per i bambini e ragazzi nell’età scolastica, sarà organizzato l’insegnamento del catechismo e della Dottrina della Chiesa Cattolica. A questo punto, mi rivolgo a tutte le famiglie della nostra Comunità, composta dalle Parrocchie di San Prospero e San Jacopo, di ritirare in chiesa il modulo della iscrizione dei bambini al Catechismo Parrocchiale.

               La pratica della iscrizione e reiscrizione ogni anno dei ragazzi al Catechismo, mi da la possibilità di avere, almeno ogni tanto, un contatto con i genitori. E’ molto importante collaborare per la crescita dei ragazzi soprattutto quella spirituale . Nella nostra Comunità abbiamo un gruppo dei bravissimi catechisti che mi aiutano a trasmettere a tutti il Vangelo di Cristo e la dottrina della Sua Chiesa.

               Il modulo della iscrizione compilato e firmato dai genitori deve essere consegnato al parroco personalmente! Vi prego di NON consegnarlo la domenica dopo la Santa Messa… ma in settimana nell’ufficio parrocchiale.

               Il calendario e l’orario del Catechismo Parrocchiale sarà pubblicato al più presto, ma dopo una consulta con tutti i catechisti.

               Mi rivolgo a tutti i genitori e chiedo la cortesia, di programmare le altre attività, tipo; il pallone, le palestre, le piscine, i corsi di danza ecc. prendendo in considerazione il fatto irrinunciabile dell’insegnamento catechistico. Per una famiglia dei Cristiani, che seriamente considera la vita religiosa famigliare, il catechismo dei ragazzi deve essere al primo posto, subito dopo la scuola che è d’obbligo.

               Da parte nostra, faremo di tutto /come tutti gli anni/ per essere più disponibili possibile, non dimenticate però, cari genitori,  che la disponibilità dei Catechisti può essere limitata, anche loro hanno le famiglie, il lavoro, la scuola, e offrono gratuitamente il loro tempo libero per dare alla nostra Comunità un servizio prezioso della loro testimonianza cristiana.

Carissimi!

              Adesso una parola ai giovani, che qualche tempo fa frequentavano il Catechismo Parrocchiale, hanno ricevuto la Cresima, e ora… in maggioranza hanno dimenticato la parola data a Gesù… ma direi anche al parroco, ai catechisti, ai genitori… Cari ragazzi, lo so che nel mondo di oggi la vita religiosa non è di moda… però so anche che, come dice il proverbio; “il pesce sano va contro corrente”. Come ho scritto sopra; “non basta sapere che Dio esiste”…  Non basta sapere

dov’è la chiesa, per sposarsi o chiedere altri Sacramenti… lo sappiamo tutti che essere considerati solo per queste occasioni non da una testimonianza positiva…

              La fede invece è un’esperienza seria, di grande valore, e bellissima… ma per scoprirla e viverla, ci vuole il continuo contatto con la Fonte, la Base di qualsiasi saggezza! Fate vedere, anche a voi stessi, che l’impegno che avete preso, ricevendo il Dono dello Spirito Santo… non era solo un occasione per “passare la Cresima”… ma una convinzione di confermare l’appartenenza al Popolo Santo di Dio, per un cammino verso la Felicità, Vera ed Eterna.

 

              Nella nostra Parrocchia ci sono varie occasioni, oltre le Sante Messe, per approfondire, rinforzare, e coltivare la fede e la vita religiosa cristiana. Vi invitiamo, c’è posto per tutti!

 

 

       Un cordiale saluto e la benedizione a tutti.

 

                                                                                                                       Don Antoni Pyznar

 

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9.

“COPPIE D’AMORE: UGUALI NELLA DIFFERENZA”

Essere genitori tra le aspirazioni degli adulti e la realtà dei bambini.




              
Affrontando i problemi di questo genere, secondo il mio modesto parere, bisogna specificare subito all’inizio un cosa molto importante: qualsiasi scelta, produce le conseguenze. 
               Il parere, o se vogliamo l’insegnamento della Chiesa, basato sulla Sacra Scrittura della Bibbia, è indirizzato soprattutto alle persone che si riconoscono come Credenti in Cristo, nato morto e risorto per la nostra salvezza. Per gli altri che non sono credenti, oppure credono “a modo loro” staccati dal Magistero della Chiesa, l’insegnamento può essere una voce tra tante da prendere in considerazione e riconoscesi o no in essa. 

               Non è obbligatorio credere nella Rivelazione Divina, racchiusa nella Bibbia, però chi segue Gesù Cristo, chi spera nella risurrezione, dovrebbe seguire l’insegnamento della Chiesa, da Lui -/Gesù/ voluta, per amministrare e guidare tutti i credenti.

               Per tanto chi crede è tenuto a seguire questo Insegnamento… chi non crede, non è obbligato a seguirlo, la sua coscienza, se la riconosce, suggerisce a lui altri valori o alte condizioni che noi, credenti in Cristo, rispettiamo ma non ci sentiamo obbligati di accettare. Come si dice; “ patti chiari e amicizie lunghe”


Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro;

                   La legge di Dio, affidata alla Chiesa, è insegnata ai fedeli come cammino di vita e di
                   verità. I fedeli hanno, quindi, il diritto di essere istruiti intorno ai precetti divini
                   salvifici, i quali purificano il giudizio e, mediante la grazia, guariscono la ragione
                   umana ferita. Hanno il dovere di osservare le costituzioni e i decreti emanati dalla 
                   legittima autorità della Chiesa. Anche se sono disciplinari, tali deliberazioni richiedono
                   la docilità nella carità     
(CdCC. 2037)

               L’insegnamento della Chiesa, sulla famiglia e sulla procreazione, si basa strettamente sulla Parola Rivelata. Già nelle prime pagine della Sacra Scrittura Dio, il Creatore mette in chiaro:

                  E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: 
                  maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: 
                  «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela
(Ge. 1, 27-28)

E poi continua: 

                  Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, 
                  e i due saranno un’unica carne.
(Ge. 2, 24)

In seguito Gesù conferma:

                   Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano
                   se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro:
                   «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere
                   un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro
                   cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece
                   maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà 
                   a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una
                   sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
(Mc.10, 2-9)


La “durezza del cuore” della quale parla Gesù, va intesa come un espressione molto diffusa oggi, soprattutto tra le persone che non vogliono sottomettasi all’insegnamento della Chiesa e contemporaneamente non hanno il coraggio di ammetterlo, vivendo nello stato delle proprie illusioni usando spesso questa frase “secondo me…” 
Si, secondo loro si, ma non secondo l’insegnamento di Dio. 

Nell’insegnamento di Dio invece c’è tutta la verità sulla dignità umana, che va sempre o ovunque rispettata. La persona umana va sempre tutelata nella propria dignità di essere figlio di Dio, creato “all’immagine e somiglianza di Dio”. 

Per una persona credente, è Dio che ha deciso che la nuova vita arriva attraverso unione dell’amore di due vite già esistenti. Queste vite distinte devono essere anche di due sessi diversi… se no, la divisione dei sessi non avrebbe nessun senso… Questa logica e verità troviamo nella parola di Gesù che spiega, che nella Vita Eterna, non ci saranno né mariti e né mogli, ma tutti saranno come gli angeli.
(conf. Mt. 22, 23-30)



Una persona non credente, invece semplicemente accettando la legge della natura, deve ammettere che nella natura /eccetto qualche essere primitivo/ per avere una nuova vita ci vuole un contatto tra due esseri del sesso diverso. Il contatto tra due sessi uguali, non provoca la fecondazione e di conseguenza non produce l’arrivo di un nuovo essere. La conclusione è semplice, se la Madre Natura richiede severamente alcuni comportamenti, una persona che fa parte della natura deve accettare queste leggi per il bene suo e anche degli altri, se no, si può verificare un antico proverbio:


                                   “Dio perdona sempre, gli uomini qualche volta… la natura mai”

Questo è il problema che la natura non perdonando mai, alla fine dei conti si rifà con chi è più debole. Nella coppia dello stesso sesso la crescita del essere umano è al grande rischio. Mancando una basilare presenza dell’altro sesso il bambino non ha la completezza dei esempi da questi classici a quelli che sono notabili solo nell’intimità della famiglia. Questa completezza si può verificare e notare, solo nella vita intima di una famiglia. Intima, non vuol dire subito sessuale, ma racchiude tutto, che si trasmette al bambino nel contatto unico, irripetibile, inimitabile e indispensabile che un neonato ha con il corpo della madre a cominciare da un bellissimo atto dell’allattamento. Altrettanto unico, indispensabile, inimitabile contatto con il padre, maschio, che il neonato percepisce, anche nella diversità del corpo umano e atteggiamento della persona. Tutto quello favorisce il corretto sviluppo della personalità del bambino, altrimenti per la mancanza di una parte, o sovrabbondanza di una sola, aumenta il rischio delle patologie. 

Dalla mia esperienza personale, condivisa dagli altri sacerdoti, noto che già i bambini delle coppie separate presentano una grande mancanza della serenità pur di avere spesso la presenza “sostitutiva” o del maschio o della femmina, ma non è un genitore che ha trasmesso loro la vita attraverso un “atto sacro” di amore che continua nella presenza operosa del genitore, anche adottivo , ma sempre un maschio e una femmina. 

Tutti abbiamo diritto di amare ed essere amati, ma tutti abbiamo anche l’obbligo di rispettare l’integrità degli altri. Il comandamento di amare il prossimo come se stessi non si riferisce soltanto all’amore verso una persona del sesso diverso… Amare il prossimo, chiunque esso sia, maschio o femmina. 

Allora anche qui dobbiamo chiarire una cosa basilare e non confondere amore con l’atto sessuale che talvolta non ha nulla in comune con amore. 

Secondo divino insegnamento due persone regolarmente sposate hanno diritto di stare insieme perché sono “una carne sola”. L’atto sessuale con una persona con la quale non si è una carne sola è adulterio. Ed è proprio qui che va citato anche una specie di definizione dell’adulterio, che sarebbe: “entrare dell’intimità della persona che non ti appartiene”, con la quale non sei una carne sola. 

L’insegnamento della Chiesa non dice che ogni atto sessuale all’interno del matrimonio deve finire con il concepimento… Dice però chiaro che ogni atto sessuale all’infuori del matrimonio regolare è adulterio. I coniugi hanno diritto di stare insieme e hanno diritto quasi obbligo di programmare la loro famiglia secondo le possibilità anche economiche. 


Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:


                     La fecondità è un dono, un fine del matrimonio; infatti l'amore coniugale tende per sua
                     natura ad essere fecondo. Il figlio non viene ad aggiungersi dall'esterno al reciproco 
                     amore degli sposi; sboccia al cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e 
                     compimento. Perciò la Chiesa, che “sta dalla parte della vita”, “insegna che qualsiasi
                     atto matrimoniale deve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita” “Tale 
                     dottrina, più volte esposta dal magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione 
                     inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due 
                     significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo”
(2366)



                     Chiamati a donare la vita, gli sposi partecipano della potenza creatrice e della paternità
                     di Dio. “Nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere
                     considerato come la loro propria missione, i coniugi sanno di essere cooperatori 
                     dell'amore di Dio Creatore e come suoi interpreti. E perciò adempiranno il loro dovere 
                     con umana e cristiana responsabilità”
(2367) 



Altro problema viene suscitato con la fecondazione. 

                     Le ricerche finalizzate a ridurre la sterilità umana sono da incoraggiare, a condizione che
                      si pongano “al servizio della persona umana, dei suoi diritti inalienabili e del suo bene vero
                      e integrale, secondo il progetto e la volontà di Dio”
(2375) 

                      Le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l'intervento di una persona
                      estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell'utero) sono gravemente 
                      disoneste. Tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali eterologhe) ledono il diritto
                      del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal 
                      matrimonio. Tradiscono “il diritto esclusivo [ degli sposi] a diventare padre e madre
                      soltanto l'uno attraverso l'altro”
(2376)

                     Praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali 
                     omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili.
                     Dissociano l'atto sessuale dall'atto procreatore. L'atto che fonda l'esistenza del figli non è 
                     più un atto con il quale due persone si donano l'una all'altra, bensì un atto che “affida la vita 
                     e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della
                     tecnica sull'origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio 
                     è in sé contraria alla dignità e alla uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli” 
                    “La procreazione è privata dal punto di vista morale della sua perfezione propria quando non 
                      è voluta come il frutto dell'atto coniugale, e cioè del gesto specifico della unione degli sposi...;
                      soltanto il rispetto del legame che esiste tra i significati dell'atto coniugale, e il rispetto 
                      dell'unità dell'essere umano consente una procreazione conforme alla dignità della persona”

                                                                                                                                                               
(2377)

                     Il figlio non è qualcosa di dovuto, ma un dono. Il “dono più grande del matrimonio” è una 
                     persona umana. Il figlio non può essere considerato come oggetto di proprietà: a ciò 
                     condurrebbe il riconoscimento di un preteso “diritto al figlio”. In questo campo, soltanto il 
                     figlio ha veri diritti: quello “di essere il frutto dell'atto specifico dell'amore coniugale dei suoi
                     genitori e anche il diritto a essere rispettato come persona dal momento del suo concepimento”
                                                                                                                                                               
(2378)



Si presenta ora un altro problema della eventuale presenza dei bambini nelle coppie dei omosessuali. Certo tutti abbiamo diritto di avere i “sogni nel cassetto” ma quelli si devono realizzare senza danneggiare gli altri soprattutto dei piccoli. Alle opinioni che ho espresso sopra si aggiungono anche quelle riguardanti la vita intima tra queste coppie, che non è da sottovalutare è da far finta che non esiste… La Sacra Scrittura è molto chiara su questo argomento. 


Il libro di Levitino al capitolo 18 dice:


                    Non avrai con un maschio le relazioni come si fa con una donna:
                    è cosa abominevole.
(Lev. 18, 22)


Che poi San Paolo precisa… 

                   
                         State lontani dallimpurità! Qualsiasi peccato luomo commetta,  
                    è fuori del suo corpo; ma chi si dà allimpurità, pecca contro il proprio corpo.
                    Non sapete che il vostro corpo è tempio  dello Spirito Santo, che è in voi? (Cor. 6, 18-19)


E prosegue : 

                     Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno
                     cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, 
                     lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per 
                     gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la 
                     retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio
                     adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno 
                     commesso azioni indegne.
(Rm. 1, 26-28)


Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci suggerisce;

                      L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva 
                      sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in
                      forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane
                      in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le 
                      relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che 
                     “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”. Sono contrari alla legge 
                       naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera 
                       complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
(2357)


                      Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali
                       profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per 
                      la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, 
                      compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta 
                      discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, 
                      e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono 
                      incontrare in conseguenza della loro condizione.
(2358)



Allora se l’insegnamento della Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa è chiaro ma anche preciso e se qualcuno vuole “duro” con le relazioni tra persone dello stesso sesso, figuriamoci la possibilità di accettare nella luce della stessa Parola di Dio la crescita di un bambino all’interno di una coppia delle persone dello stesso sesso… questo non vuol dire assolutamente la discriminazione dei omosessuali, nel comandamento di Cristo di amare il prossimo sicuramente c’è posto anche per loro.
Ogni scelta va rispettata, ma come ho detto sopra, ogni scelta produce le conseguenze, e non sempre le conseguenze della scelta sono piacevoli. Nella Economia Divina della salvezza c’è posto per tutti, ma tutti dovrebbero accettare la volontà di Dio che è unica in grado di farci passare alla Felicità Eterna. La felicità che Dio ha preparato per i suoi figli fedeli. 

Per concludere, cito ancora due brani del Vangelo, della Parola di Gesù;

                          Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un
                          altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il 
                          mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli
                          rimane presso di voi e sarà in voi.
(Gv. 14 , 15-17)

                          «Se rimanete nella mia parola , siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la
                           verità vi farà liberi».
(Gv. 8, 31-32)



      Con la benedizione. 


Pisa -  Maggio 2011                                                                                 don Antoni Pyznar










L'ANNO DELLA FEDE 

 

             L’anno Catechistico 2012/2013 il Santo Padre, Papa Benedetto XVI, ha indetto l'Anno della Fede con la lettera apostolica intitolata “Porta fidei”  pubblicata in data 11ottobre 2011. L'iniziativa è stata resa nota dal Santo Padre nell'omelia del 16 ottobre 2011. Evidentemente il Papa avverte bisogno che tutta la Chiesa, rifletta su quello che è molto importante per chi aderisce al popolo dei credenti, il popolo che segue il suo Salvatore sulla strada della salvezza, verso la risurrezione.

            Questa mia riflessione la dedico a tutti i miei parrocchiani che riconoscendosi Cristiani vogliono approfondire, rinforzare o riscoprire i valori della fede.

            Non basta essere battezzati per proclamarsi credenti, anzi, il Battesimo da se non produce la fede. La fede è il frutto di un percorso che ha inizio con il Battesimo, riceve le basi nella vita sacramentale della famiglia, riceve l’educazione nell’insegnamento della Dottrina per i Sacramenti della Iniziazione Cristiana, e si realizza nella regolare pratica religiosa. La pratica religiosa intesa come una regolare vita cristiana quotidiana, dove il contatto con il Dio Creatore viene, mediato attraverso l’insegnamento del Figlio Redentore, e sostenuto dall’azione dello Spirito Santo. A questo però ci vuole una consapevole, libera e incondizionata risposta di ogni persona battezzata.

            Le basi della fede sono due; la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa. Nella Sacra Scrittura si riceve la rivelazione di Dio, attraverso i secoli dell’azione dei Profeti del Popolo Eletto, perfezionata con l’arrivo e l’insegnamento di Gesù, Figlio di Dio, Salvatore del Mondo. L’insegnamento di Gesù è perpetuato con l’azione della Chiesa, Tradizione della Chiesa, che vive e agisce come il Corpo di Cristo al quale la forza vitale deriva dall’azione dello Spirito Santo. Per questo la Chiesa è indispensabile per la nascita, lo sviluppo e la ultima realizzazione della promessa della fede che è la risurrezione alla Felicità Eterna.

            La fede non è la questione delle opinioni ma è l’obbedienza a Dio che fa questo dono agli uomini e le donne che liberamente hanno deciso di seguirLo, nella obbedienza al Suo insegnamento rispondendo al Suo invito ad una relazione di amore reciproco.

            La fede è una questione di cuore di testa e di volontà, una questione che impegna l’uomo nella sua totalità, una questione di vita. È il nostro rispondere continuamente “si” a Dio che si rivela, si presenta a noi e ci parla continuamente nelle vicende quotidiane della vita. Ma la fede ha anche i suoi momenti di crisi, di difficoltà, di oscurità. E probabilmente anche la crisi delle vocazioni dipende dalla crisi della fede del nostro tempo.

           San Giovanni Damasceno diceva che; “…se  un pagano ti chiede cosa sia la fede tu non rispondergli, ma prendilo per mano, portalo nell’interno della tua chiesa e mostragli le sue immagini, i suoi dipinti, le sue opere”… forse perché l’arte è l’espressione visibile di quella esperienza invisibile che è l’incontro col Dio, che si rivela, che ispira i profeti a parlare a nome di Dio, e gli artisti a dipingere il Suo volto. La fede, allora, non può essere spiegata, ma raccontata, nella speranza che chi ascolta possa fare l’esperienza simile. Anche la Bibbia, spesso per presentarci le idee intime a Dio usa dei “modelli” delle similitudini, attraverso i quali non ci spiega ma infatti ci racconta.

           Il Santo Padre, Benedetto XVI è convinto che ci troviamo a vivere in un tempo di “profonda crisi di fede” e dunque anche noi abbiamo bisogno dei modelli, di persone che ci mostrino con i fatti, che cosa significa e cosa comporta dire “si” a Dio che ci si rivela. Come Maria di Nazaret, che è beata proprio perché ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto /Lc. 1,45/

 

            Carissimi. Vi invito da parte mia di prendere sul serio in considerazione l’invito di Santo Padre che tutta la Chiesa Cattolica ripete come un continuo eco, a sfruttare in quest’anno tutte le occasione e le iniziative, che ci vengono offerte per approfondire, rafforzare o riscoprire la fede come un dono e come un veicolo della grazia di Dio per la nostra felicità eterna. 

San Piero a Grado, Novembre 2012                                                                                       Don Antoni Pyznar

 

 

 

IL PROBLEMA DELLA PRIMA COMUNIONE!

Qui sopra ho scritto sui problemi inerenti al Sacramento del Battesimo. Adesso vi offro una mia riflessione su un altro sacramento abbastanza trascurato nel modo di vivere a cominciare dall’età di un bambino, IL SACRAMENTO DELL’EUCARISTIA, e soprattutto LA PROMA COMUNIONE

Adesso, per il bambino battezzato qualche anno prima, arriva la seconda fregatura!

La Prima Comunione!

                 - L’Eucaristia!

                   Dopo una relativa tregua, il parroco, quasi quasi, si è dimenticato del bambino, perché in Chiesa non lo vede mai, o quasi mai. Quando una volta all’anno passa con la benedizione, le famose benedizioni delle case che anche questo ho scritto sopra, il bambino o è all’asilo, o è dai nonni, o si vergogna e non viene a pregare con la mamma che riceve il parroco nell’ingresso di casa. Il padre è al bar con gli amici, il bambino non sa come comportarsi. Il parroco dice le cose che il piccolo, quando è presente, non capisce e la mamma fa finta di seguire il parroco che prega, mormora qualcosa sorridendo. Il bambino non vede mai i genitori pregare, ride e scappa imbarazzato. Intanto la mamma aggiorna il parroco sulla crescita del pargoletto che a breve comincerà la scuola e allora lo manderà al Catechismo. Il tutto per arrivare a fare la Prima Comunione! Bene! Qui, caro mio, sarebbe bello parlare con i catechisti che incontrano i bambini Cristiani, battezzati, delle famiglie Cristiane, in maggioranza non praticanti che non sanno recitare nemmeno una preghierina, senza saper fare neanche il segno della Croce. Noi questo problema qui lo sorvoliamo. Ti parlo delle mie esperienze.

                 Bambini belli, con vestiti firmati, cellulari in tasca, (magari solo in tasca… sempre nella mano), con qualche orecchino, anche maschietti, che partecipano con entusiasmo ai primi momenti del Catechismo Parrocchiale che vivono come una cosa nuova. Il parroco o un catechista, parla di Gesù che li ama e vuole il bene a tutti i bambini. Di solito il Catechismo comincia in autunno. E qui dobbiamo fare tutto velocemente, perché a dicembre arriva la festa di Natale con la bellezza del Presepe, tutti gli addobbi e i festeggiamenti che tale ricorrenza prevede. Sapessi quanti bambini, anche delle famiglie così dette “per bene” almeno dal punto di vista della pratica religiosa, non sanno pregare oppure si vergognano di pronunziare le parole della preghiera. Cosa ti fa pensare tutto ciò? Certo, nella loro casa o non si prega mai o si prega solo per le grandi occasioni e, soprattutto, i figli non vedono pregare i loro genitori. Però qui, ringraziando Dio, i catechisti suppliscono e arrivano presto i risultati.

                Mi veniva sempre da ridere quando si facevano i primi incontri con i genitori. Da precisare è che, nelle mie parrocchie, il percorso catechistico cominciava in prima elementare. In quarta di solito i bambini celebrano la Prima Confessione e poi la Prima Comunione. Dopo la Prima Comunione, l’insegnamento del Catechismo la preparazione Cristiana prosegue fino alla prima superiore quando, di solito, i ragazzi ricevono la Cresima. Ho scritto “di solito” perché possono capitare le eccezioni.

                 Ritorniamo ai primi incontri con i genitori e i bambini che loro mandano a prepararsi per la Prima Comunione. Ah! Sì! Dimenticavo il problema dell’iscrizione al Catechismo Parrocchiale. Infatti anche qui ci sono delle precisazioni da sottolineare! Dopo alcuni anni, avendo capito che non va dato per scontato che i genitori cristiani si preoccupino della crescita spirituale dei loro figli, e seguendo i suggerimenti dei catechisti, ho deciso di esigere l’iscrizione cartacea dei bambini al Catechismo Parrocchiale. Era prevista, quindi, l’iscrizione al primo anno e poi ogni anno successivo si chiedeva di ripetere l’iscrizione. Perché? Il primo anno, se non ci pensiamo noi, il parroco e i catechisti, la maggior parte dei genitori non ci pensa per niente, un “peso in meno”. Il bambino però è già iscritto al calcio, alla danza, alla palestra, alla musica e a tante altre attività che, certamente, sono bellissime, educative, tante volte necessarie, ma spesso e volentieri entrano, per quanto riguarda l’orario, in conflitto con le lezioni del Catechismo Parrocchiale.

                Tu mi dirai che per i genitori cristiani non ci dovrebbero essere problemi per mettere nella scaletta delle importanze al primo posto, dopo la scuola ovviamente, il Catechismo. Illuso!... rarissimamente il Catechismo viene preso in considerazione! Tanto di cappello alle maestre delle scuole elementari, e soprattutto a quelle di una certa età, che ci forniscono l’elenco dei ragazzi iscritti a scuola. Qualche volta anche l’archivio parrocchiale, quello elettronico ci dà la possibilità di trovare i bambini da contattare a cui proporre, insieme ai loro genitori, l’iscrizione al Catechismo Parrocchiale. È qui che cominciano i problemi con le varie attività: tutto è più importante del Catechismo, almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Vedi, io non pretendo tanto, vorrei, almeno un trattamento alla pari. Mi spiego: nella mia esperienza ho trovato solo due casi dove i genitori hanno preteso dagli animatori delle attività extrascolastiche, lo spostamento delle attività per il problema della collisione con l’orario del Catechismo. In tutti gli altri casi, tutti pretendono salti mortali per spostare l’orario o i giorni del Catechismo. Da non sottovalutare è il fatto che, così da me come forse in tutte le parrocchie, sono i catechisti volontari che insegnano il Catechismo. Proprio ai catechisti volontari, in questo momento, bisogna porgere tutti i nostri ringraziamenti per la testimonianza, a tutti i livelli, del loro impagabile impegno! Ma anche loro, così buoni e disponibili, non sono sempre in grado di trovare i momenti più adatti. Non discuto mai con gli impegni scolastici: oltre agli orari classici della scuola, ormai bisogna fare i conti anche con il tanto diffuso, così detto, “tempo pieno”, che ti lascia a disposizione solo il sabato pomeriggio. Ma presto entri anche in conflitto con gli allenatori delle scuole calcistiche. Non ho ancora trovato qualcuno che mi possa spiegare come mai siamo sempre noi, sottolineo, sempre noi, costretti a spostare gli orari. Come mai non si possono giocare le partite dei ragazzini, per esempio, la domenica pomeriggio? Loro dicono che: “hanno dietro tutta la Società Calcistica e questa ha le sue regole”. Scusa amico mio, mi astengo dal commento o da eventuali paragoni. Potrei essere abbastanza banale o abbastanza cattivo! Per carità, con questo non devi intendere che ho qualcosa contro il calcio, no di certo, anche lì ci sono i Cristiani in maggioranza, e anche loro dovrebbero avere a cuore non solo le coppe dei campioni, ma soprattutto i trofei eterni. Qui taglio, anche per non entrare nel problema dell’educazione, considerata nella sua ampiezza e complessità. Sai, ogni tanto, passando nelle vicinanze dei campi sportivi, si sentono delle voci e tante volte non degli allenatori che aizzano i bambini a “rompere le gambe” e qualcos’altro, ma le mamme stesse che urlano! Per non dire delle bestemmie che ho dovuto sopportare celebrando, con altri Cristiani, la Santa Messa in un cimitero sito nelle vicinanze di un campo sportivo. Fatti della vita!

                Ritornando al problema degli orari, fatti analoghi avvengono per tutte le discipline extrascolastiche. Come ho scritto prima, pochissimi genitori cercano di fare qualcosa per trovare un giusto “modus vivendi”. Si sente sempre: “La Parrocchia si deve adeguare!” E tu prova a dire: “Trovate voi una soluzione giusta, oppure il bambino interrompa gli altri impegni dei quali gli orari sono in collusione con le lezioni del Catechismo”. Sei subito giudicato male: non sei alla mano, sei esigente, arretrato, duro, non tollerante, ecc. E qui non aiutano i richiami al discernimento e all’impegno più importante.

                 L’idea della ripetuta iscrizione era per avere, con alcuni genitori, un reale contatto almeno una volta all’anno. Ma se si facevano gli incontri, le assemblee dei genitori, come abbiamo tentato di realizzare tempo fa, i genitori finivano per litigare, ribadendo che gli allenamenti e le partite non si possono spostare, e quando hanno capito che anche i catechisti sono della stessa mia idea, non sono più venuti. Ma qui ti devo precisare, caro mio, che noi sempre, e sottolineo sempre, abbiamo mostrato la massima flessibilità e disponibilità. Capita anche che se non viene raggiunta una soluzione e non la trovano neanche i genitori tra di loro, senza la nostra mediazione, siamo costretti a decidere l’orario da soli. E chi c’è, c’è!

                 Poi anche quando i genitori dei ragazzi che si preparano a ricevere i Sacramenti vengono agli incontri, sono in maggior parte interessati alle cose “tecniche”, come la data delle Comunioni, la prenotazione del ristorante, il vestito, il fotografo, ma non si preoccupano di ascoltare le catechesi più adatte ad accompagnare meglio il bambino o ragazzo verso il Sacramento! Vengono i soliti, quelli che normalmente praticano la Chiesa. Sì, provi anche soddisfazione nel parlare con loro, nel rispondere alle domande che ti pongono, nei suggerimenti che ricevi; ma gli altri, che rappresentano sempre la maggioranza, subiscono, e non lo nascondono nemmeno.

                 Toccando il problema dei festeggiamenti, bisogna stare attenti a non urtare nessuna sensibilità. È ovvio che ci vuole la festa, è altrettanto vero che ci vogliono anche i regali, ma è anche vero che tutti li criticano, fino a quando non li tocchi di persona. Prima e dopo la celebrazione dei Sacramenti nelle loro famiglie, i genitori, e anche gli altri familiari, dimostrano completa comprensione e ragionevolezza. Quando però tocca a loro, senti: “Eh, per mio figlio, tutto!” e anche di più. Meno male che sempre più parrocchie, per quanto riguarda i festeggiamenti relativi alla Prima Comunione, richiamano alla ragionevolezza e alla semplicità. Soprattutto per i vestiti, numerose parrocchie puntano ormai su un vestito semplice ed uguale a tutti. Certo che il Sacramento va sottolineato, ma qualche volta, avrai notato anche tu, si esagera. E non si dà importanza all’incontro con Gesù, al dono dello Spirito Santo, ma si esaltano le cose esteriori e mondane.

                  A proposito della preparazione: sono abbastanza in disaccordo nello svolgere l’insegnamento catechistico come un gioco. Certo che l’annunzio della Buona Novella deve essere gioioso, ma è altrettanto certo che alcune cose vanno imparate, e anche a memoria. I metodi possono essere vari, ma non si può bandire la scuola del Catechismo, e non si possono fare solo i giochi! Non mi scordo mai un incontro nell’ambito della visita pastorale del Vescovo con i catechisti del Vicariato: si cercava in tutti i modi di deridere il metodo scolastico della catechizzazione dei ragazzi, si invitava a fare in modo di attirare i ragazzi “all’ombra del campanile” a giocare e divertirsi. Lo Spirito Santo doveva agire per induzione! Ad un certo momento una donna abbastanza giovane alza la mano e dice: “Eccellenza, io da mamma e da catechista contemporaneamente, le chiedo; se i nostri ragazzi giocheranno sempre, anche al catechismo, quando potranno imparare che la vita è anche un sacrificio”?  L’imbarazzo del Vescovo fu notevole, ma dopo un’affermazione nella quale cercava di chiarire come se noi avessimo capito male, sull’argomento non si è più tornati. Allora qui io chiedo: Quando i ragazzi conosceranno la Storia della Salvezza? Quando conosceranno i racconti biblici sulla Creazione? Quando capiranno cosa significava la “mela” nel giardino dell’Eden? Quando capiranno cosa vuol dire: “Io sono il Signore, Dio tuo che ti ho fatto uscire dall’Egitto, dalla condizione di schiavitù”? Quando impareranno I Dieci Comandamenti a memoria per poter fare, sempre e dovunque, l’esame di coscienza o per ricevere dalla propria coscienza un richiamo sull’azione che stanno compiendo? Quando capiranno cosa c’è in questo cerchio bianco di così importante che la Chiesa espone sull’altare e ci dice di inginocchiarsi davanti?

                 La preparazione alla Prima Comunione deve imprimere nella coscienza del bambino un segno profondo. Deve fargli capire che ha a che fare non con una semplice “ostia” da mangiare, ma con Dio da ricevere nell’umiltà e amore! Deve sentire sempre quel santo desiderio non solo di riceverlo, ma di riceverlo immensamente, con l’anima pulita e santa. La preparazione al Sacramento della Penitenza deve far capire al bambino che ha a che fare con la Misericordia di Dio e la grazia sacramentale, che la Confessione non è un rito “palloso” dove devi raccontare al prete le tue azioni sbagliate, ma che attraverso quel Sacramento chiedi perdono a Dio per i peccati commessi. Ma prima devi capire cosa è un peccato. Stai tranquillo, tante volte non lo sanno nemmeno i preti…

Su questo argomento, caro mio, ritornerò ancora, parlando del Sacramento della Confessione. Qui mi interessava farti notare che la superficialità nella preparazione dei bambini, in futuro, fruttifica con il qualunquismo e abbandono dei Sacramenti.

 

                 È molto difficile far capire ai bambini che per ricevere Gesù dobbiamo avere la coscienza pulita, immacolata, santa. Dobbiamo liberarci dalla colpa provocata dal peccato. In generale la gente ha perso la sensibilità di sentirsi in colpa davanti a Dio Santo. Certo! Non sentono il senso della colpa perché non capiscono la colpa. Non capiscono la colpa, perché? Prova a seguire il mio ragionamento: L’educazione, senza lo stress e senza le giuste punizioni, provoca come risultato che tutti si sentono, quasi come dei Superman. Quando al bambino dicono, fin dai primi momenti di vita, che è il più bello, più bravo, più furbo, il migliore di tutti, quando il padre e la madre si svenano per acconsentire a tutti i vizi del figlio, non gli insegnano che nella vita si deve avere anche una giusta misura e bisogna essere capaci di sacrifici, si tradiscono tutti i principi di una buona educazione. Come può tale bambino capire, un giorno, che sbaglia comportandosi in un certo modo? Come capirà che Dio ha messo precise regole che non devono essere infrante? Non basta imparare a memoria l’atto di dolore come se fosse una poesia magica che sana tutto. Si insiste tanto sull’atto di dolore, soltanto recitato, senza pensarci sopra. Non si fa capire, in tal modo, il senso della autoaccusa. Mi dirai: “Cosa può capire, un bambino di dieci anni, quando li parli di autoaccusa, di colpa e di perdono?” Caro amico, i bambini comprendono più di quanto noi pensiamo. Invece noi dobbiamo renderci conto che tutto quello che imparano, durante il Catechismo, per quanto riguarda i Sacramenti, deve bastare loro per tutta la vita. E non è sufficiente solo un atto di dolore!

La festa della Prima Comunione deve essere da tutti sentita come è davvero, un incontro con Gesù che tu lo inviti nel tuo cuore e Lui vi entra sotto le Specie Consacrate del pane e del vino. Se non siamo eucaristici, se nella nostra vita della fede manca una vera testimonianza della nostra fede in reale presenza di Gesù nell’Eucaristia, non riusciamo mai non soltanto trasmettere ai bambini queste verità ma saremo poco credibili da subire e poi rinunziare…

Ecco come mai anche questa sarebbe una fregatura fatta al bambino… la seconda, perché se dopo averlo battezzato, non lo abbiamo introdotto nella seria Vita Cristiana, se non abbiamo insegnato davvero chi è Dio, chi è Gesù, perché è sceso sulla Terra e come ci è rimasto con noi… è inutile dire che ti vuole bene, e che la Comunione e una grande festa… Se per un bambino la festa della Prima Comunione sarà desiderata perché riceverà tanti regali e non un GRANDE DONO dell’Eucaristia, questa sarebbe una seconda fregatura ...

 

Roma 2024                                                                                                   Don Antonio Pyznar

 

NUOVI TESTI ARRIVANO PRESTO....