Confessione
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Figlio Prodigo

 

LA CONFESSIONE.

 

                  Caro amico, da trentacinque anni ormai sono anche Confessore! La mia prima esperienza con quel Sacramento non da penitente, ma da sacerdote confessore fu tragica: dopo le prime confessioni delle povere vecchiette (con tutto il rispetto parlando) in una piccola città dove abitavo i primi mesi del mio sacerdozio, ho avuto un “battesimo di fuoco” confessando i ragazzi di un’altra piccola cittadina suburbana che venivano preparati al Sacramento della Cresima. Curavano la loro preparazione alcuni catechisti del Movimento Neocatecumenale. Da quel momento fino ad oggi mi sono sempre rifiutato di andare a confessare la gente che apparteneva a questo movimento. Qui non voglio assolutamente esporre il mio pensiero su questo movimento, per rispetto di tante persone che vi appartengono in buona fede. Il problema lo tratterò sul serio e con un ampio racconto in un'altra occasione.

                   Non voglio entrare nemmeno nei particolari di questa mia prima esperienza. Magari la racconterò nel momento della riflessione sul Sacramento del Sacerdozio, basta che ti dica che dopo la "confessione tentata" di alcuni ragazzi, ad un certo momento sono scappato dal Confessionale, piangendo e urlando che i Sacramenti sono una cosa seria e non si può trattare così il Magistero della Chiesa. Credimi caro, ancora oggi, sento i brividi. Ovvio che dopo qualche mese o anno, riflettendo, qualcosa ho capito: forse ero un prete troppo giovane, forse la diversità della cultura religiosa, forse una negativa esperienza, da subito, con i membri del Movimento, hanno fatto scatenare in me questo atto di protesta. Ma poi ho visto e ho sentito e ho sperimentato che le cose stanno anche peggio.

                   Sono poche le persone, pochi i Cristiani, almeno in queste diocesi italiane dove ho lavorato, che capiscono davvero cosa è la Confessione. A che cosa serve? Come deve essere celebrata? Purtroppo, sempre seguendo l’esperienza e la pratica, mi sono reso conto che la preparazione al sacramento della Penitenza è scarsa e tanti preti la sottovalutano, tanti non la ritengono molto necessaria, tanti non hanno voglia di sacrificarsi stando ore e ore nel Confessionale per ascoltare i problemi umani, tanti alla fine la trattano come una visita da uno psicologo.

                    Essendo mancata un’adeguata e seria educazione, una corretta e giusta pratica, questo Sacramento è sempre più in crisi. Molti Cristiani si lamentano che non sanno confessarsi, che non hanno con la Confessione un buon “feeling”. Ovvio, se non viene spiegato a che cosa serve, e soprattutto quando alla gente si dice che sono tutti bravi, nessuno pecca (magari peccano solo i preti e le suore, tutti gli altri Cristiani sono innocenti) è ovvio che le persone non capiscono più cosa vuol dire chiedere perdono a Dio per gli sbagli fatti. Eccoci qua, chiedere il perdono! La Confessione molto spesso è una lista dei desideri, un elenco degli sbagli, uno scarico di rabbia contro qualche persona o contro la Chiesa intera. Rarissimamente qualcuno viene, e dice semplicemente: “Chiedo perdono perché ho sbagliato e ho offeso Dio, oppure ho offeso un mio fratello, con determinate mie azioni”. Rarissimamente!

                  Personalmente mi fanno ridere quei soggetti che vengono e cercano sempre di diminuire la gravità della colpa. Mi spiego: anche se non ti conoscono, invece di accusarsi, si giustificano ad alta voce. Invece di riconoscere lo sbaglio, accusano o le altre persone o le situazioni come dei diretti responsabili dei loro errori. E allora ti dicono: “una piccola marachella”, “un piccolo giudizio temerario”, “un peccatuccio di gola”, “una scappatella extraconiugale.” Tutto così! Ti sembra che questi abbiano voglia di chiedere perdono sul serio? E poi, ci puoi giurare, la maggior parte di questi penitenti pensa che quello dall’altra parte è uno scemo che si fa raggirare facilmente e gli dà l’assoluzione. Così loro sono a posto, ma manca totalmente il senso di colpa! Manca una adeguata spiegazione su cosa è il vero peccato. Mi viene in mente il grido di Gesù contro i farisei:

                 “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!(Mt 23, 23-24)

                 Desidero scriverti una parola sul Confessionale:

                  “Nel Cattolicesimo, originariamente il Confessionale era costituito da un semplice sedile senza una sede fissa nell’edificio di culto. Inoltre la Confessione si faceva di solito nella casa del sacerdote, anche se il rito veniva poi concluso davanti al santo altare. Il Confessionale, però, è entrato ufficialmente nell’arredo dei templi cattolici nel XVI secolo: fu il Card. Carlo Borromeo (1538-84) a dare un impulso fondamentale alla sua diffusione. Infatti egli dispose di introdurre i Confessionali in tutte le parrocchie della diocesi di Milano, e diede anche indicazioni sulla loro forma, in particolare per ciò che concerne la chiusura ai due lati e riguardo alla grata che doveva separare il Confessore dal penitente. Allora fu a cominciare da questo periodo che il Confessionale venne collocato in particolari punti dell’edificio, generalmente lungo le pareti, e prese l’aspetto attuale di una nicchia, di legno o di marmo, di varie dimensioni, chiusa fra due pareti, con un sedile interno per il sacerdote, due inginocchiatoi esterni per i fedeli e due aperture munite di grata per porre in comunicazione il penitente col Confessore. Sul Confessionale, soprattutto dall’età barocca fino ad oggi, si è esercitata una particolare cura decorativa: i Confessionali vennero intagliati, scolpiti, ornati di statue o di rilievi … I Confessionali delle chiese moderne hanno continuato queste “esigenze decorative”.    (“Elgibhor” Tradizione della C.C.R. (1): il Confessionale Pubblicato il 26 marzo 2011)

                 A mio modesto parere il grande Cardinale Carlo Borromeo ha inventato una cosa eccezionale: il Confessionale, spesso “disertato”, pur occupando un posto perfetto, per la giusta celebrazione di questo Sacramento. Ovviamente parlo dei casi normali, nei quali non sussiste né la malattia del penitente né l’impossibilità di adoperare questo “arredo sacro”. Ascoltare le confessioni non è una cosa semplice. Al sacerdote ci vuole un posto comodo per stare in santa pace e potersi concentrare sui problemi di ogni singolo penitente; al penitente viene riservato un posto giusto che lo aiuti ad entrare nel clima di umiltà e penitenza. Sì, lo so, tanti preti snobbano il Confessionale, lo scansano. Per stare nel Confessionale, ci vuole tempo adeguato, calma e tanta pazienza. (e loro non hanno né una cosa né l’altra). Spesso si ha fretta e si devono fare tante cose. Chi avrebbe tempo e pazienza di ascoltare i problemi umani? Meglio dire che Dio è misericordioso e perdona tutti, anzi ti ama così come sei… (questa è bella). Tu sapessi, caro mio, quanti preti non si confessano da tanto tempo. Dio è misericordioso! Su questo non ci devono essere dubbi, però il perdono lo dà e non lo nega mai, a chi con umiltà chiede il perdono, a chi si riconosce nel Suo insegnamento e almeno si sforza di mettere in pratica i Suoi Comandamenti. A chi sa riconoscere i propri sbagli e umilmente chiede il perdono. Per espressa volontà di Gesù, la Chiesa guidata dagli Apostoli ha la facoltà di assolvere, ma anche di non assolvere. Questo si chiama il discernimento. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, seguendo il Vangelo, parla addirittura di quei peccati che non sono perdonabili.

                Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro”. (Mt 12, 31-32)

                 Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica nel numero1864 dice la stessa cosa…

                 “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna. (Catechismo della Chiesa Cattolica)

                  Una cosa grave è l’assenza di cura di questo insegnamento da parte dei sacerdoti e Vescovi.

                 Ti racconto un episodio che ho vissuto: abbastanza spesso succede di vedere delle persone che durante la Messa vengono a fare la Comunione, e dopo ti si presentano in sacrestia e chiedono di essere confessate. Ovviamente io non ho mai negato la Confessione, ma è altrettanto ovvio, che ho fatto notare la loro posizione totalmente sbagliata! Spessissimo mi spiegavano che gli stessi preti, loro parroci, dicevano loro di fare così. Quante volte ho sentito, questo tipo di spiegazione: “Il nostro parroco non ha tempo per confessare e ci dice di fare la Comunione e confessarsi poi quando si ha la possibilità”. Dunque ho esposto questo problema una volta a un Vescovo, dicendogli che bisognerebbe dare più risalto all’importanza di una adeguata preparazione per la Santa Comunione, soprattutto attraverso le nostre catechesi sulla Confessione. Sarebbe indispensabile che la gente capisse che bisogna, se c’è questa necessità, confessarsi prima di prendere la Comunione e non dopo, se no, si rischia la Comunione sacrilega. Quel Vescovo mi ha guardato strano, e con una smorfia sulla faccia mi ha risposto: “Ecco i tuoi metodi polacchi! È importante che si confessino ma quando, non è importante” … non lo so dove ha studiato la teologia… ed è forse meglio che non proseguo con i miei commenti nei suoi confronti. Forse basta chiamarlo ignorante. Lo so che è grave come accusa, ma lo dice anche San Paolo, forse con parole un po’ diverse:

                 “Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti”. (1Cor. 11,27-30)

Carissimo Amico,

                 Ho già in mente un’altra lunga riflessione che forse intitolerò: “Correggere Gesù”. Qualche volta mi vengono i brividi, quando leggo la Parola di Dio e rifletto su come viene applicata nella nostra vita cristiana. Quanti teologi, cercano di rivedere, correggere, le parole della Sacra Scrittura, adattandole o interpretandole secondo le richieste della gente. Quanti, ti dicono che le cose raccontate nei Vangeli sono solo dei simboli da interpretare, e poi li interpretano seguendo le esigenze dei comuni mortali!

                “Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!”. (Mt 15, 14)

                  La gente è piena dei qualunquismi! La gente seria, i Cristiani seri, vogliono le certezze e non le bandierine che cambiano a secondo dove tira il vento. E la certezza non è mutabile, perché la certezza è Gesù e la Sua Parola, che era valida per quelli che Lo ascoltavano, ed è valida per quelli che oggi La ascoltano e seguono la Chiesa: la Chiesa vera, radicale e seria.

               “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri”.  (Mc.9, 42-50)

 

Riassumendo!

                  La storia di Adamo ed Eva non è una favola sulla mela e il serpente. È un insegnamento sulla caduta dell’uomo, che non ha capito che da Dio ha ricevuto tutto, e per questo Dio è un supremo legislatore che può dettare delle regole. Le regole servono per formare il carattere, capace di discernere tra il bene e il male. Là, nella Genesi, viene spiegato il senso del peccato originale. Il dramma che vive l’uomo è quando, ignorando i comandamenti di Dio e ascoltando l’Antico Tentatore, sbaglia e poi si rende conto delle scelte sbagliate, quando ormai non c’è nulla da fare.

                   Abbiamo perso il senso del peccato. Si tenta così di giustificare, diminuire e ridicolizzare il peccato e le sue conseguenze. Purtroppo i valori della vita cristiana e i valori biblici sono calpestati.

                    L’unico rimedio, purtroppo a lunga scadenza, è di ritornare alla serietà dell’insegnamento e delle pratiche religiose. Ci vuole il coraggio dei Vescovi, dei sacerdoti e di altri educatori. Innanzitutto essere un esempio con la serietà della propria vita, come secondo insegnamento, essere rigorosi ed esigenti. Esigenti da sé stessi in primo luogo, e poi esigenti nei riguardi dei soggetti che educhiamo! A questo proposito può servire la seguente citazione dal Vangelo di Matteo:

                “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 10, 37-39)

                    Si deve ritornare a valorizzare tutti i Sacramenti a in modo speciale, il grande Sacramento della Misericordia di Dio che è il Sacramento della Confessione. Questa è la base il resto viene come la conseguenza…

 

           Roma – Marina di Cerveteri  2024                                                   Don Antonio Pyznar                                  

 

PER UNA BUONA CONFESSIONE.  

 

PER CONFESSARSI BENE

 

1.       Prepararsi con esame di coscienza

2.       Pentirsi -   Dolore dei peccati commessi.

3.        Proporsi di non peccare più.

4.       Confessare tutti  peccati al sacerdote 

5.       Fare la penitenza e risarcire i danni provocati.

 

 

 

UN AIUTO PER L’ESAME DI COSCIENZA

 

L’esame di coscienza è una riflessione su se stessi

per verificare l’applicazione delle “Regole Divine” nella propria vita.

 

      Quanto tempo è trascorso dall’ultima confessione?

      Ero sincero nella mia ultima confessione?

      Ho fatto la penitenza che il confessore mi ha imposto?

       Ho riparato i torti oppure i dammi?

      Considero la confessione come la grazia di Dio che mi libera dalla schiavitù del peccato e mi aiuta a diventare sempre più santo?

 

IL DECALOGO!

 

Io sono il Signore Dio tuo, che ti ho reso libero!

 

         I.     NON AVRAI ALTRI DEI ALL’INFUORI DI ME !


               -
         Amo Dio veramente, così come Lui se lo aspetta da me?

-          Dio è al primo posto nella mia vita?

-          Esiste qualche cosa che mi disturba nel mio contatto con Dio?

-          Sono capace di testimoniare la mia fede in Dio?

-          Preferisco Dio e le cose che mi aiutano od avvicinarmi a Lui oppure...?

-          Faccio qualcosa per aumentare e alimentare la mia fede?

-          Riservo i momenti di preghiera nella giornata, soprattutto la mattina e la sera?

 

2.     NON NOMINARE IL NOME DI DIO IN VANO

-          Ho bestemmiato? Mi capita spesso?

-          Rispetto i nomi del santi?

-          Invoco Dio, senza motivo, in qualsiasi occasione?

 

3.     RICORDATI  DI SANTIFICARE LE FESTE

-          Cos’è per me la domenica?

-           Rispetto il riposo ordinato da Dio?

-           Dedico il mio tempo libero per la famiglia? 

-           Dedico il mio tempo libero per la preghiera?

-           Partecipo alla Santa Messa domenicale e le feste di precetto?

-           Com’è la mia partecipazione alla S. Messa?

 

4.     ONORA IL TUO PADRE E LA TUA MADRE

-          Qual’ è il mio rapporto con i miei genitori?

-           Sono riconoscente per tutto che anno fatto per me?

-           Sono rispettoso nel parlare e nell’agire verso di loro?

-           Considero i suoceri come i miei genitori?

-           Mi sento in dovere prendermi cura di loro?

-           Sono per i miei genitori un appoggio e fonte di soddisfazione?

-           Sono paziente e misericordioso verso i miei genitori?

-           Dedico un po’ di tempo per parlare con loro?

-           Vado a trovarli se abitano lontano o comunque non  nella stessa casa con me?

-           Se sono già morti, chiedo almeno ogni tanto la S. Messa in loro suffragio?

 

        5.    NON UCCIDERE


               -      
   
Ho tolto la vita a qualcuno?

-           Ho tentato di togliere la vita a qualcuno?

-           Ho picchiato qualcuno?

-           Ho messo in pericolo la salute mia o del mio prossimo?

-           Ho spacciato la droga?

-           Ho fatto uso di droga di qualsiasi genere?

-           Ho abusato delle sigarette o dell’alcol?

-           Ho guidato in stato di ubriachezza?

-           Guido con prudenza?

-           Ho procurato o consigliato l’aborto?

-           Odio qualche persona?

-           Nutro rancore per qualcuno?

-           Non riesco perdonare?

 

         6.    NON COMMETTERE ADULTERIO /ATTI IMPURI/


              -       
     Qual è il mio rapporto con la mia vita sessuale?

-           Cosa penso del sesso?

-           Controllo miei sguardi e pensieri?

-            Mi piace guardare le immagini a sfondo sessuale?

-            Racconto le barzellette “sporche”?

-            Guardando un’altra persona la considero l’immagine di Dio?

-            Come vivo il periodo del fidanzamento?

-            Rispetto il mio fidanzato/ la fidanzata?

-            Sono fedele a mio marito / moglie?

 

         7.    NON RUBARE


              -      
            Sono convint
o, che la proprietà altrui  è "roba sacra"?

-            Rispetto la proprietà altrui?

-            Ho rubato qualcosa, anche di piccolo valore?

-            Pago il giusto per il lavoro fatto da altri?

-            Rilascio lo scontrino fiscale?

-            Richiedo lo scontrini, fiscale?

-            Pago le tasse?

-            Sono convinto che rubare anche a un  ladro è peccato?

 

8.        NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA       

-          Dico sempre la verità?

-          Dico le bugie?

-          Sono convinto che la bugia  /qualunque/  è mancanza di rispetto verso il prossimo?

-          Ho testimoniato il falso?

-          Spettegolo facilmente?

-          Mi piace ascoltare le maldicenze?

-          Partecipo alle maldicenze?

 

         9.     NON DESIDERARE LA DONNA/L’UOMO D’ALTRI !


              -
          Cosa penso vedendo una bella donna?

-          Cosa penso vedendo un bell’uomo?

-          Qual è il mio rapporto con gli amici/amiche del lavoro?

-          Rispetto l’unità famigliare di altrui?

 

       10.     NON DESIDERARE LA ROBA D’ALTRI !

-          Invidio la gente benestante?

-          Ruberei un oggetto altrui se ne avessi l’occasione?

-          Odio qualcuno,  perché possiede una cosa che mi piacerebbe avere?

 

MADRE DI DIO AIUTAMI AD ESSERE SINCERO!

 

 

E' ovvio che le domande qui sopra non risolvono tutto, sono state create più che altro come un aiuto, una base per una riflessione. Per fare una buona confessione, e prima ancora un buon esame di coscienza, devi attualizzarlo al tuo stato di vita, alla tua età, alla tua situazione sociale, morale, specifica. Questo sopra non è un prontuario ma un suggerimento, direi, una buona partenza. Auguri!